Continua la battaglia degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali (le Rsa) e dei loro famigliari nei confronti dei provvedimenti che, negli ultimi mesi, hanno reso la situazione insostenibile. Provvedimenti come la rimodulazione dell’Isee, firmata con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri dell’allora premier Enrico Letta, e del successivo taglio di fondi della Regione, e delle norme peggiorative varate improvvidamente da alcuni Comuni, come per esempio quello di Viterbo. Un insieme di circostanze che hanno fatto gravare in modo insostenibile le rette dei pazienti sulle loro famiglie, senza più sgravi o contributi pubblici.
Proprio in Regione, giovedì, si è tenuto un incontro tra i membri dell’Aforsat, l’associazione viterbese dei familiari degli ospiti delle Rsa, e l’assessore Rita Visini. “Abbiamo incontrato l’assessore – spiega la presidente dell’Aforsat, Maria Laura Calcagnini – e apprezziamo lo sforzo e la cordialità. Purtroppo, però, i problemi che ci affliggono restano, e non si intravede una via d’uscita sicura”.
Aperture concrete da parte della Regione? “Ci hanno annunciato l’istituzione di un tavolo tecnico sul tema, ma hanno anche ribadito le loro difficoltà – prosegue la presidente – Quello che non si vuole capire è che noi siamo al punto di non ritorno, e questo a causa della leggerezza e del ritardo con cui si è deciso di affrontare la crisi al momento giusto. Non siamo più in grado di sostenere le spese delle rette e il paradosso più doloroso è che oggi soltanto chi la disponibilità economica può permettersi un ricovero in Rsa per sé o per qualche suo caro. Le fasce deboli della popolazione, quelle che dovrebbero essere garantire dalle istituzioni, sono state praticamente tagliate fuori”.
All’incontro in Regione era presente anche il consigliere Daniele Sabatini, che ha seguito la vicenda da vicino sin dall’inizio. Ma una conclusione positiva sembra ancora lontana. Nelle scorse settimane una delegazione dell’Aforsat aveva anche protestato – pacificamente – in consiglio comunale.