Una giornata importante per l’Università della Tuscia e per gli amanti della cultura in tutte le sue forme. Nell’ambito della nona edizione di “Caffeina Festival”, il Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali (Disbec) ha formalmente inaugurato i suoi laboratori con l’apertura al pubblico, rivelando la dimensione del restauro in tutte le sue sfaccettature teoriche ed operative: il laboratorio di restauro, il laboratorio di diagnostica per la conservazione e il restauro “Michele Cordaro” e il laboratorio di scienze e tecnologia del legno, che da un anno accolgono gli studenti del corso di laurea magistrale in Conservazione e Restauro.
Parole di soddisfazione da parte del Rettore Alessandro Ruggieri: “Questa giornata è il coronamento di un percorso iniziato diversi anni fa , condiviso da tutte le forze dell’ateneo. Un percorso – precisa – non privo di difficoltà in un momento storico particolarmente delicato. Tuttavia, la scelta del corso di laurea a ciclo unico in Conservazione e Restauro, ribadisce la volontà dell’ateneo di rimettere al centro il bene culturale, che è la vera essenza del nostro paese, attraverso un percorso altamente professionalizzante che coniuga l’area scientifico-tecnologica con la tradizione umanistica. Dunque un ciclo di studi che non scompare ma che si articola in un più complesso e completo quadro scientifico per una formazione più diversificata e approfiondita”.
Il corso di laurea a ciclo unico in conservazione e restauro, della durata di 5 anni, abilita alla professione di restauratore dei beni culturali.
All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, Alessandra Moscatelli, direttore generale dell’ateneo, Anna Maria Fausto, prorettrice vicaria, Gabriella Ciampi, direttore del Disbec e i referenti dei laboratori: Ulderico Santamaria, anche coordinatore del corso di laurea, Maria Ida Catalano, Paola Pogliani, Stefano De angelis, Claudia Pelosi, Maanuela Romagnoli e gli studenti del corso di laurea in Conservazione e restauro.