Game over. La vicenda dei precari della provincia di Viterbo è ormai un capitolo chiuso: non ci sono le condizioni per farli tornare in servizio, sia pure per qualche mese. Essendo il loro contratto scaduto il 31 dicembre scorso, la legge non consente che possano essere ripresi. Eventualmente se ne riparlerà nei tribunali qualora, come si vocifera, un gruppo di ex dipendenti di Palazzo Gentili decida di rivolgersi ai magistrati per avere giustizia. “E’ mancata la volontà politica”, interviene il consigliere provinciale Aldo Fabbrini (Pd) che punta l’indice sulla amministrazione precedente. “Nulla di personale – aggiunge – contro il presidente Meroi che giudico persona corretta e preparata, ma la mia sensazione è che alla fine dell’anno scorso sia mancato un po’ di coraggio e soprattutto di volontà politica”.
“All’epoca – continua l’esponente Pd – i finanziamenti c’erano per il prolungare il contratto per una ventina di giorni. Il che avrebbe consentito oggi dio poter riprendere in servizio quelle 46 persone che invece sono irrimediabilmente fuori. Capisco le battaglie che, nel corso del tempo, hanno portato avanti i miei predecessori Maurizio Palozzi e Federico Grattarola. Oggi dobbiamo prendere atto che non si può fare più nulla ma, nello stesso tempo, va anche detto che quando si poteva fare qualcosa, non si è agito”.
“Dietro quelle 46 persone – conclude Aldo Fabbrini – ci sono altrettante famiglie alle quali non siamo in grado di dare risposte. Io considero questa vicenda e il suo triste epilogo una dolorosa sconfitta”.
Intanto, dalle parti di via Saffi non si repsira in generale aria salubre. “La gravissima situazione finanziaria delle Province mette ad alto rischio di chiusura servizi fondamentali come viabilità, edilizia scolastica, centri per l’impiego, per i quali si stanno esaurendo le risorse”, tuona il presidente Mauro Mazzola che, insieme ai colleghi delle Province di Perugia, Terni, Siena, Arezzo, Pesaro e Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e Rieti, lancia un accorato grido d’allarme, causato da una pesante e continua riduzione delle risorse a disposizione dei servizi provinciali disposta dalla Legge di Stabilità 2015, aggravata dalla mancata attuazione della riforma Delrio e accompagnata dalla definizione irrazionale degli obiettivi del patto di stabilità interno, costruiti su basi di calcolo assurde e incongruenti con la realtà.
“Con la legge di stabilità, infatti, lo Stato – affermano in coro – ha deciso un taglio delle risorse provinciali di un miliardo di euro per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e addirittura 3 per il 2017, sul falso presupposto che buona parte delle funzioni finora svolte dalle Province sarebbero dovute passare a Regioni, Comuni e allo stesso Stato, già a partire dal 1° gennaio 2015. In realtà, mentre il taglio finanziario è stato immediato, le nostre Province, nelle more del trasferimento delle funzioni, sono costrette a gestire tutte le materie ormai di competenza degli altri Enti, facendosi carico di tutte le spese afferenti ai relativi servizi con il proprio bilancio ormai dimezzato. Una situazione assurda e insostenibile che mette gli Enti di Area Vasta nell’impossibilità di approvare il bilancio di previsione 2015 e di garantire i servizi ai cittadini. Sono, infatti, a rischio servizi fondamentali quali viabilità, edilizia scolastica, centri per l’impiego, per i quali le Province stanno esaurendo le proprie risorse”.
“Per questi motivi, nei prossimi giorni – aggiunge Mazzola – coinvolgendo i sindaci dei Comuni dei nostri territori, comunicheremo formalmente ai prefetti eventuali provvedimenti in relazione alle strade provinciali e regionali, per le quali non siamo più in grado di garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria. Allo stesso tempo, comunicheremo tanto al prefetto quanto agli istituti scolastici dei nostri territori come l’inizio del prossimo anno scolastico sia seriamente a rischio, visto il taglio alle risorse per la manutenzione nell’edilizia scolastica, per la stipula della convenzione calore (riscaldamento) e per le spese telefoniche. Stesso discorso per i centri per l’impiego. Nonostante la competenza in materia di formazione, lavoro ed impiego non rientri più nelle funzioni provinciali, in questa prolungata fase transitoria la Provincia si sta facendo comunque carico con il proprio bilancio di garantire la continuità di questi servizi, consapevole della grande importanza che gli stessi rappresentano per il tessuto sociale ed economico. E tuttavia, in assenza di risorse, anche in questo caso nei prossimi mesi non si potrà più garantire il loro regolare svolgimento”.
“A fronte di questa gravissima situazione – conclude il presidente – rinnoviamo il nostro appello al Parlamento, affinché i nostri deputati e i nostri senatori si facciano carico, con una piena assunzione di responsabilità, delle problematiche sopra esposte, permettendo l’approvazione dei bilanci e, conseguentemente, il finanziamento dei servizi ai cittadini”.