L’economia della Tuscia mostra segnali di confortante vitalità. Da aprile a giugno 2015, si sono registrate 636 domande di iscrizione, a fronte di 410 richieste di cancellazione: si tratta della sintesi del secondo trimestre del Rapporto Movimprese di Unioncamere che, per la Tuscia, è stato realizzato sulla base dei dati del Registro Imprese della Camera di Commercio Viterbo.
Il quadro provinciale fa registrare dunque un saldo positivo di 226 unità con un tasso di crescita pari a 0,61% rispetto al primo trimestre 2015. Il dato di Viterbo è più basso di quello registrato nel Lazio che è stato pari allo 0,77%, mentre è in linea con la media nazionale che si attesta allo 0,63%.
Il settore più attivo è stato quello dell’agricoltura, non soltanto quello maggiormente rappresentato con il 31,2% del totale delle imprese registrate, ma anche quello di vitale importanza per l’intera economia del territorio. Il saldo positivo nel trimestre preso in esame è pari all’1,11% in più.
In zona positiva anche il commercio, anch’esso molto importante con una quota del 21,9% delle imprese iscritte, che cresce dello 0,2%, mentre le attività manifatturiere (che comunque rappresentano il 5,7% del totale) aumentano dello 0,3%. Il settore delle costruzioni, che negli ultimi tempi ha risentito della crisi in maniera consistente, vede crescere il numero delle imprese dello 0,1%, mantenendo un peso del 13,7%. Buona la performance del settore legato ai servizi di alloggio e ristorazione con +1,2%, cresciuto molto negli ultimi anni.
In territorio negativo, invece, il comparto delle imprese artigiane della provincia di Viterbo, che tra il primo ed il secondo trimestre 2015 ha fatto registrare un calo dello 0,32%.
Altri settori che vedono aumentare in modo apprezzabile la propria base imprenditoriale sono i servizi di informazione e comunicazione (+2,2%), le attività immobiliari (+1,1%), il noleggio e agenzie di viaggio (+1,9%) e le attività professionali e tecniche (+0,9%). Positive anche le attività finanziarie e assicurative, mentre un calo si registra per il comparto dei trasporti (-2,6%) e il settore estrattivo (-2%).
Complessivamente, dunque, un andamento positivo che testimonia l’effervescenza di diversi settori produttivi, a partire dall’agricoltura, ma anche più in generale nel comparto dei cosiddetti “servizi”. La situazione, come peraltro era stato sottolineato anche in occasione della Giornata dell’Economia, non particolarmente brillante. E comunque i segnali provenienti dal numero delle iscrizioni sono certamente incoraggianti: qualcosa si muove, anche se la strada oper una ripresa piena è ancora lunga e contorta.
Per quanto riguarda, infine, la forma giuridica delle imprese, si registra una lieve diminuzione in termini percentuali delle ditte individuali che passano dal 65,2% del primo trimestre al 65,1% nel secondo trimestre: una struttura debole che, evidentemente, risente maggiormente dei marosi della crisi. Invariata la percentuale delle società di persone, mentre le società di capitali crescono dal 15,5% al 15,7%. Immutate in termini percentuali le altre forme.