Ennio Flaiano diceva: “ Che a furia di leccare qualcosa sulla lingua resta sempre”. Quanti di noi hanno visto all’opera questi specialisti dalla bavetta facile che, per fare carriera per adulazione o servilismo, hanno usato le ghiandole salivari? Tutti vero? I lecchini sono una razza sempre in espansione, presenti in tutti i campi. Pronti a leccare il potente di turno, da il capo ufficio all’onorevole assessore, dal direttore di giornale al ricco presidente del pallone, chiunque sia utile, insomma, ad un avanzamento di carriera, una facile prebenda o semplicemente per gravitare in un inutile e a volte grottesco, cerchio magico. Il leccaculismo è un arte sopraffina, sottende una notevole capacità di capire quando è il momento di esercitare la leccata. E soprattutto, non essere schizzinosi davanti ai flaccidi fondoschiena.
L’altra sera, in una gremitissima piazza San Lorenzo, Marco Travaglio ha presentato il suo libro “Slurp”, dizionario delle lingue italiane , storia di lecchini, cortigiani e penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati. Il direttore del Fatto Quotidiano, aiutato dalla bravissima e affermata attrice Giorgia Solari, ha raccontato alla sua maniera il mondo dei lecchini. Dai leccaculo di Napoleone Bonaparte, fino a quelli di casa nostra. Il vostro Dantes seduto in prima fila, ascoltava questa carrellata di giornalisti, politici o semplici parvenu, con malcelato sbigottimento. Non riuscivo a capire cosa ci fosse da ridere, visto che le vittime degli ipocriti lecchini, siamo noi. Tanto più che in piazza ho visto numerosi esponenti di questa poco nobile razza. Che alla fine si sono fatti autografare il libro, senza aver prima esercitato una bella leccata al Travaglio nazionale. Era tutto un ..” la vedo in televisione sa, da vicino è meglio, la penso proprio come lei ecc. ecc”. Molti vedendomi, si giustificano pronti: “Dantes è solo curiosità la mia, io non volevo venire ma sai mia moglie e altre penose scuse che non vi dico. Due ore di applausi e risate sulle macerie etiche e morali del nostro stravagante bel paese. Comunque bravo Travaglio, spigoloso e tagliente, come sempre.
Mentre trotterellavo verso piazza del Comune, mi imbatto in Paolo Mieli. Prestigioso notista politico, ex direttore del Corsera e tanto altro ancora. Che annusava l’aria viterbese con evidente soddisfazione. Poco più avanti c’è Oscar Farinetti quello di Eataly, apparecchiato come si deve, mangiava beato nell’esercizio delle sue funzioni. Tanti ospiti in scena anche stasera, potenza di questo Caffeina festival, che sa miscelare culture e saperi. Finiamo dando un bel calcinculo ai lecchini, ruffiani e cortigiani.
Ciao caffeinomani a domani…
Il vostro
M. Dantes
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