23112024Headline:

La pace nel Pd? Era uno scherzo

La discussione sul bilancio già provoca turbolenze tra i democratici

Marco Volpi

Marco Volpi

Non era pace, ma soltanto una tregua. Fragile e soprattutto con la data di scadenza, come lo yogurt. Segnali allarmanti vengono dal Partito Democratico viterbese, realtà composita (eufemismo per non dire “incasinata”) da sempre, e ancora di più da quando si trova al governo di questa città. E dopo le mille beghe che hanno accompagnato il rimpasto, neanche due mesi fa, eccoci ancora alle scosse telluriche, tra l’altro in un nuovo momento delicato per l’amministrazione Michelini, visto che si sta iniziando a discutere del bilancio.

I fatti. Ieri in seconda commissione la maggioranza è andata sotto sulla delibera di aumento delle tariffe delle mense (con le agevolazioni per le fasce più deboli), quando il presidente dell’assemblea, Marco Volpi (Pd dell’area renzian-panunziana, tra l’altro tra i maggiori “sospettati” di aver votato Insogna alla presidenza del consiglio) al momento del voto si è astenuto. Risultato: tre soli voti per la maggioranza, quattro per la minoranza, e delibera bocciata. Apriti cielo. I consiglieri del Pd Bizzarri e Scorsi, e i civici De Alexandris e Moricoli, hanno diffuso una nota pepata anzicheno: “Quello che è successo – scrivono – ci costringe a richiedere un immediato chiarimento in merito al permanere del consigliere Volpi nella fila della maggioranza e sulle motivazioni politiche che lo hanno indotto a sostenere di fatto le posizioni del centrodestra concorrendo con il suo voto e con il suo comportamento alla bocciatura di un fondamentale provvedimento della maggioranza. Questo comportamento unito ad altri atteggiamenti non proprio responsabili possono concretamente mettere a rischio l’unità della coalizione del centrosinistra”. Amen.

Il segretario dell'Unione comunale del Pd Stefano Calcagnini

Il segretario dell’Unione comunale del Pd Stefano Calcagnini

Ma perché Volpi si è astenuto? Quello che i più buonisti potrebbero interpretare come libero arbitrio (“Il voto è libero, segreto eccetera eccetera), suona per altri come un segnale alla parte dem del Pd – i cosiddetti fioroniani – e alla loro rinsaldata collaborazione con i civici. Un’alleanza, quest’ultima, nata in chiave propositiva e costruttiva, per chiedere a Michelini un rilancio dell’azione di governo, ma evidentemente interpretata in altro modo dalla parte più mancina del Pd. Tant’è che lo stesso capogruppo Serra ha espresso pubblicamente delle perplessità sull’asse, sentenziando: “Non è normale che i consiglieri del Pd si riuniscano con i civici”.

“L’astensione di Volpi è doppiamente grave, visto che viene da un presidente di commissione – dice il segretario dell’unione comunale del Pd, Stefano Calcagnini – Ed è grave giocare di sponda con la maggioranza. Detto questo, mi auguro che il consiglio comunale sappia riparare alla bocciatura di quel provvedimento, com’è nelle sue facoltà”. Domanda inevitabile: ma i problemi all’interno del partito non erano stati risolti col rimpasto? “Pesavamo di sì – risponde Calcagnini – Anche se poi non mi risulta che Volpi sia iscritto al Pd, e dunque è improprio definirlo un problema interno. Certo è che in un momento così delicato come il bilancio bisogna essere uniti, e non fare giochetti. Ci sono persone che vogliono risolvere i problemi della città, e altri evidentemente che pensa ad altro, ma alla fine anche i viterbesi se ne renderanno conto”.

Intanto, paradosso gustoso, ieri si è inaugurata la festa dell’Unità. Quell’unità che per il Pd viterbese torna ad essere un miraggio.

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