La stretta di mano tra Michelini e Camilli prima di Viterbese-Poggibonsi
Ancora poche ore e tutto potrebbe essere più chiaro. A seconda dell’esito del ricorso presentato al Coni da Sambenedettese, Forlì e Gubbio contro la deliberazione del Consiglio Federale del 26 giugno scorso in merito ai criteri di ripescaggio in Lega Pro, infatti, la Viterbese saprà con anticipo se la domanda di ripescaggio presentata dalla società della Palazzina lunedì scorso sarà accolta o meno. Ma andiamo con ordine.
Devo dire che la notizia della presentazione della domanda di ammissione in serie C da parte della famiglia Camilli – diffusa praticamente in contemporanea con gli avvenimenti fiorentini da Viterbopost e dalla pagina Facebook Calcioviterbese e ripresa poi da tutti quelli (o quasi) che si occupano di informazione sportiva locale e non – lunedì scorso mi ha provocato un’indescrivibile emozione, per non dire proprio un puro godimento. Finalmente dopo anni di purgatorio c’è la possibilità per i tifosi gialloblu di tornare nel calcio che conta, abbandonando l’oblio dei dilettanti, e per chi la Viterbese ce l’ha nel cuore da una vita questa è la più bella notizia ricevuta da più di un decennio a questa parte. E’ vero, la Viterbese, al pari di Taranto e Monopoli, ha presentato la domanda senza l’odioso obolo di 500mila euro richiesto dalla Federazione, quello contro cui appunto hanno presentato ricorso Samb, Forlì e Gubbio, ma è anche vero che solo tre domande su sei (quelle di Albinoleffe, Pordenone e Seregno) hanno consegnato in allegato l’assegno circolare da mezzo milione di euro. Come si comporterà la Lega di fronte a tutto ciò? Andrà avanti con la linea dura o aprirà, obtorto collo, le porte della C anche a chi non si è piegato al ricatto della Federazione? La risposta arriverà presumibilmente il 4 agosto.
Mister Sanderra e i suoi collaboratori a Canepina
Ma da venerdì 31 luglio in poi potrebbe non dipendere più solo dalla volontà della Lega. Se il giudice a cui si sono rivolte la Samb e le altre, infatti, concederà la sospensiva (e le motivazioni per farlo sarebbero più che sacrosante, francamente), allora i 500mila euro richiesti per il ripescaggio non saranno più dovuti. E la Viterbese, società in regola e sana, avrà tutte le carte in regola per tornare in C. E’ facile immaginare, dunque, che il popolo gialloblù venerdì 31 invece di rilassarsi al mare starà incollato a pc e smartphone per seguire attentamente la discussione di questo ricorso davanti al Coni. Sperando ne valga la pena.
Tornando a noi, a via della Palazzina sono giorni incandescenti e non solo per il rovente anticiclone africano tornato a sfasciare i maroni. Si lavora a testa bassa per non lasciare nulla al caso e per preparare ogni documento nei minimi particolari. Se Il Comandante e i suoi ragazzi, che dirigono le operazioni dalla Sardegna, hanno deciso di muoversi per il ripescaggio, c’è da credere che lo abbiano fatto perché hanno fiutato a istinto che le possibilità di farcela ci sono. Voci di corridoio parlano anche di un’attiva collaborazione da parte del sindaco Leonardo Michelini nella preparazione della documentazione relativa allo stadio “Rocchi”, affinché l’impianto della Palazzina non rappresenti un ostacolo ma un valore aggiunto per la Viterbese in odore di ritorno in Lega Pro. Se così fosse, il gusto del trionfo su tutta la linea portata avanti dal patron sarebbe dolcissimo: la vittoria più bella nella guerra di Piero.
