A Siena si festeggiano i cinquant’anni della chiusura del centro storico alle auto, voto 10. Sul Corriere di Siena un’intervista al sindaco di allora, Fabio Fabbrini (oggi 89enne) rievoca quel provvedimento epocale, il primo del genere in una città italiana. All’ex sindaco senese va un voto 10 e lode per quello che riuscì a fare allora. Poi c’è la speranza che prima o poi anche a Viterbo nasca un amministratore così – anche comunista va bene, purché riesca nell’impresa – e che si possa chiudere il centro.
Intanto i viterbesi possono rifarsi non con l’ajetto (voto 8) ma con il provvedimento di chiusura provvisoria di una certa parte della città, quella monumentale, nei fine settimana estivi fino al 23 agosto, e solo la sera. Questo siamo in grado di fare, per ora, e accontentiamoci, pensando anche che senza questa misura, questo palliativo, non ci potrebbero essere Caffeina e Tuscia film fest.
Della prima manifestazione abbiamo già detto: si merita un voto 9 e il sostegno, anche economico, di tutti affinché non solo sopravviva, ma cresca e si riproduca come fanno i leprotti svizzeri (voto 4). Lo hanno scritto anche autorevoli opinionisti: aiutatela, aiutiamola. Alla faccia dei rosiconi, questa sì razza a rischio estinzione, con grave danno economico per gli analisti – junghiani o freudiani – di tutto il mondo.
Al Tuscia film fest conclusosi sabato, invece, va un voto 10. La dodicesima edizione della creatura di Mauro Morucci (voto 10 pure a lui, to’) si è dispiegata in tutta la sua potenza. L’idea di partenza era semplicissima: il classico “cinema all’aperto”, come canta Franco Battiato (voto 11), tra l’altro già cucinato in tutte le salse in ogni estate italiana che si rispetti. Questo il pane. Morucci e i suoi però, ci hanno messo sopra il foie gras, come fece Platini (voto 5.5) alla Juventus. Come? Intanto con un’organizzazione impeccabile, svizzera pure questa: tutto funziona talmente bene che quando succede qualche imprevisto (pure comprensibile, è il fato dei latini) fa notizia. Poi ci sono gli ospiti, il dibbbattito ma non quello palloso che non piaceva al ragionier Fantozzi (voto 9) e né quello pseudointellettuale che spaventava Nanni Moretti (voto 8.5). E naturalmente c’è la bellezza di piazza San Lorenzo, uno scenario incredibile, che rende pure incasinato concentrarsi sulle immagini dello schermo: lo spettacolo è tra gli archi di palazzo papale (papale papale), sulla facciata del duomo, in vetta alla torre antica ma senza passero solitario. Insomma, una magìa nella magìa, un cinema nel cinema, un metacinema alla Truffaut (voto 10).
Grazie al Tuscia film fest per averci regalato un altro pezzo di bella estate. E il prossimo che prova a dire che “la cultura è ben altro” si becca una pizza in faccia.
P.S. Per “pizza” si intende una pellicola cinematografica, meglio se di un film di Checco Zalone, voto 7.5.