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Vinicio e la poesia che ci fa andare avanti

Capossela protagonista a piazza San Lorenzo

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Il grande Vinicio Capossela a piazza San Lorenzo

Vinicio Capossela ha lo sguardo curioso di chi ha visto tanto incastonato su un volto d’altri tempi. Arriva a piazza San Lorenzo quando la luce del giorno mette in risalto tutta la bellezza di questo luogo mistico. Lo sfondo giusto per questo poeta, che impreziosisce ancora di più il Caffeina festival. Già nel nome è disegnato il suo destino. I genitori vollero rendere omaggio al celebre fisarmonicista Vinicio, famoso negli anni 60′, chiamandolo come lui. Vinicio Capossela ha fatto una gavetta da emigrante. Nasce ad Hannover nel 1965 tornando in Italia poco più che ventenne. Comincia a frequentare i circuiti underground dell’Emilia Romagna dove viene notato da Francesco Guccini, che lo lancerà nel panorama musicale italiano. Capossela riscopre le sue radici irpine, legandosi di amore reciproco, con la gente di Calitri paese di origine dei suoi genitori. Si sposta poi a New York dove suona nei locali d’avanguardia. I suoi modelli sono i blues aspri e deliranti di Tom Waits, nel suo repertorio dominano surrealismo, melodie mediterranee, pantomime circensi e atmosferiche malinconiche.

L’altra sera a Viterbo esegue un reading sonoro del suo libro ” Il paese dei coppoloni”. Accompagnato alla chitarra da Asso Stefana, al suono da Taketo Gohara e alle luci da Francesco Trambaioli. Il paese dei coppoloni è la storia di una comunità dove il senso di apparteneza è fondamentale. Capossela da voce a personaggi lontani anni luce dal nostro vivere presente, lo fa con il linguaggio della tradizione orale, restituendo alla comunità il senso di appartenenza ormai perso nella fretta del caos delle citt. Un universo fantastico che si intreccia con la memoria e il ricordo, un affresco ricco di tenerezza e emozioni. Capossela è un visionario poetico e il silenzio del pubblico durante il suo spettacolo, testimonia la capacità di fare sognare tutti con le parole. Il vostro Dantes, inguaribile romantico, si perde in questi dialoghi surreali di personaggi persi nella memoria polverosa del tempo, e fatti rinascere davanti a me questa sera. La standing ovation alla fine è d’obbligo e suggella l’amore tra Viterbo e Capossela.

Mentre le emozioni si affollano nella mente sconclusionate e dolci, riprendo la via per tornare a casa. Una serata fantastica, potevi incontrare anche Teresa De Sio, il simpatico e ironico Carlo Gabardini e tanti altri ancora. Questa sera però ho scelto la poesia, quella che ci aiuta a vivere e a ritrovare quello che di noi e’ stato e forse abbiamo perduto. Mi sono perso nelle emozioni, felice così.

Ciao amici caffeinomani

Il vostro

M. Dantes

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