Il vino e l’olio. I formaggi e l’ospitalità. Le vacanze e la voglia di condividere la vita quotidiana. Questi pochi ma preziosissimi elementi sono il fil rouge che porta avanti da più di venti anni il genuino rapporto di gemellaggio tra i comuni di Farnese e Beaumont de Pertuis. Un collante unico e irripetibile tra Tuscia e Provenza. Un ponte tra cugini italo-francesi che si rinnova, sistematicamente, grazie alle classiche capocce dure che si fanno in quattro pur di trovare alloggi, fornire servizi e strappare sorrisi ai parenti acquisiti.
Ed eccoli, le mesdames e i messieurs d’oltralpe. Scesi da pochi giorni nell’Alto Lazio e alle prese coi consueti giri. Ben suddivisi, secondo programma dettagliatissimo, tra istituzionali e turistico-gastronomici.
Ieri mattina una sessantina di persone, più traduttrice, più accompagnatori, si sono recati nel locale Frantoio Mezzabarba. Un tour basato sulla conoscenza dei vari passaggi che portano all’oro verde da mangiare.
Finito però tra domande curiose e perplessità giunte anche fuori dai confini: “Ma come la mettiamo con la xylella?”, ha chiesto qualcuno. “Sereni – la replica – Nel 2014 ci ha fregati la mosca. Quest’anno stiamo messi bene. Per ora la xylella qui non è presente, anche se seguiamo con attenzione le ricerche e applichiamo buone pratiche al fine di tenere in salute le nostre piante”.
Saluti di rito e via, al giardinetto delle scuole, per una conferenza. Anzi, per una tavola rotonda all’aperto. C’era il sindaco di casa, Massimo Biagini. C’era quello francese, Jacques Natta. E poi l’onorevole Alessandra Terrosi, il presidente Coldiretti Mauro Pacifici, Lucia Catanesi a far le veci del democrat Riccardo Valentini (in altre faccende affaccendato), il direttore della Riserva del Lamone Diego Mantero.
Più qualche imprenditore locale, a parlare della propria esperienza pratica.
Un’ora di dibattito sciolto. Incentrato sul ruolo dell’Europa. E quindi sui cambiamenti avvenuti o in avvenire del principale comparto economico condiviso: l’agricoltura. Ogni relatore ha detto la sua. Si è passati dalla Pac alla semplificazione delle regole. Fino a che è toccato a monsieur Natta. Il primo cittadino di Beaumont ha lasciato intendere che sotto il tetto di mamma Bruxelles siamo tutti uguali. E che, pur conservando le giuste e dovute differenze (o eccellenze), per sopravvivere è bene unirsi. Parere condiviso all’unanimità.
Applauso. E grande abbuffata di prodotti tipici. L’appuntamento, da prassi, è rimandato all’anno prossimo. Ma a ruoli invertiti. À bientôt, nos amis.