Nell’ambito della iniziativa “Le radici del futuro – Canapa sativa e sviluppo sostenibile” organizzata a Campagnano di Roma dall’Associazione Campagnano R@P in collaborazione e con il contributo dell’Università agraria di Campagnano e di Arsial, come deputata della XIII Commissione agricoltura e relatrice della proposta di legge “Norme per il sostegno e la promozione della coltivazione e delle filiera della canapa” ho illustrato i contenuti della proposta di legge parlamentare, delineandone i passi principali. La settimana precedente un intervento simile si era svolto nell’ambito della iniziativa organizzata a Tolfa dalla Università Agraria, dal titolo ‘Seminare la Canapa per coltivare un futuro migliore. La Canapa: una risorsa per la Regione Lazio’.
Prosegue l’iter di definizione della proposta di legge. Il testo attualmente arrivato alla fase emendativa è frutto di tre testi di legge inizialmente presentati. Il mio lavoro di relatrice ha perseguito l’obiettivo di tenere in considerazione quanto emerso durante il lungo ciclo di audizioni: la necessità di un quadro legislativo certo che tolga questa coltura dall’oblio a cui è stata relegata e metta l’agricoltore nelle condizioni di coltivarla normalmente. Ne è scaturito un testo semplice e chiaro nelle indicazioni, che semplifica l’iter per l’agricoltore e affronta diversi temi tra cui le forme di divulgazione, formazione e ricerca per la ricostituzione del patrimonio varietale, nonché la necessità della ricerca per la meccanizzazione agricola. Vengono prese in considerazione tutte le filiere, da quella alimentare a quella tessile, a quella per la produzione di materiali per la bioedilizia. Proprio la scorsa settimana, abbiamo riportato la legge in Commissione agricoltura, certi di proseguire velocemente nel lavoro di definizione.
La canapa sposa perfettamente il concetto di sviluppo sostenibile, che è il tema di oggi, sia per il ruolo che la coltura può avere nell’ambito delle rotazioni colturali, sia per ciò che culturalmente rappresenta: è una pianta utilizzabile in tutte le sue parti, non energivora, e l’utilizzo che vede impiegati i prodotti da essa derivati è duraturo nel tempo, lontano dalla logica dell’usa e getta. Di grande rilevanza è l’impiego che se ne può fare nei nostri territori, sviluppando filiere locali che possono far ripartire le economie all’insegna della sostenibilità.