La storia recente, che continua piacevolmente a ripetersi, ce lo insegna: il futuro del pubblico è nelle mani dei privati. Magari tale prassi qui nel viterbese è più una costrizione, data dalla crisi, rispetto ad una logica evoluzione. E quindi, please, non diciamo che ci si sta evolvendo ad uno stil di vita europeo. Siamo ben lontani, ed è evidente, dai musei inglesi finanziati da soci e mecenati. Resta il fatto però che la constatazione della settimana è una sola: dove non arrivano le istituzioni (da parecchie parti, a dirla tutta) ecco i generosi donatori.
Ora, tralasciando Caffeina e tutto quel carretto di polemiche che si tira dietro, trainato anche da quelli che sui social prendono in giro il festival, fermo poi lavorarci dentro o, peggio ancora, avendo bussato cassa ben prima di Rossi & Baffo; e tralasciando pure Ferento (altro capitolo infinito e noioso), ieri si è materializzata l’ultima buona azione.
La biblioteca viterbese, il Consorzio (per intenderci), non solo non chiude. Ma si allarga. “Ardenti”, “Anselmo Anselmi”, e ora pure il “Centro studi per lo spettacolo”. Un’ala che si presenta come nuova, fresca, capace di attirare curiosi e, se non bastasse, culturalmente assai alta.
Veniamo ai nomi. “L’istituzione del Centro è stato possibile grazie al regista Maurizio Scaparro”, annunciano i vertici.
E lui, Scaparro, prosegue così: “Spero in questo modo di poter contribuire ad accrescere il valore di una biblioteca importante ubicata in una città altrettanto importante”. Sintetico, efficace ed altruista. Peccato solo che ci invii metà del suo materiale. Il dono infatti è condiviso tra Viterbo e Firenze, teatro della Pergola.
Per quanto riguarda invece le tempistiche, giacché non si sta parlando di trasportare “La pietà” (i ben informati si ricorderanno l’iter folle dal Museo civico a Palazzo dei priori), il trasloco multimediale, umanistico e letterario, sarà ultimato entro un mese.
E sarà un battesimo da celebrare come si deve. Poiché la zona non rimarrà un comparto gelido, ma potrà essere ingrossata (di contenuti) da quanti vorranno seguire lo Scaparro style. E, stando alle voci di corridoio, sarebbero già diversi. “Pure Rossellini, Renzo, il figlio figlio del regista Roberto – sempre la direzione – ha deciso di metterci del suo”.
Ecco quindi i papabili (ed effettivi) canali tematici: teatro, sceneggiature (cinematografiche e teatrali, spettacolo. Per un’offerta formativa a 360 gradi.