E’ passata appena una settimana da quando si scriveva, con la tastiera imbevuta di speranza, sulle magnifiche sorti e progressive della Trasversale (voto 7: la speranza continua, la fiducia un po’ meno), col presidente della Regione Zingaretti intenzionato a completarla prima che il trasporto su gomma venga superato dai viaggi interstellari, dal teletrasporto molecolare (Scottie, ci porti su, voto 9), o magari dall’ubiquità. Bon. Peccato però che adesso tocchi intingere la stessa tastiera nell’olio di ricino – un rimedio sempre attualissimo, voto 7 – per purgare le cose che non funzionano. E che provengono sempre da lì, zona Cristoforo Colombo, sede della presidenza presidenziale.
La notizia riguarda la sanità, ed è la seguente: la Regione ha autorizzato in settimana 37 assunzioni di personale medico e infermieristico in cinque strutture ospedaliere del Lazio. Nota bene: le assunzioni sono “a tempo indeterminato”, una delle locuzioni più belle della lingua italiana dopo “slacciati i pantaloni” (voto 9) e “bevande gratuite” (voto 9.5). Per molti lavoratori semplicemente un miraggio, per i 37 di cui sopra una svolta tipo Win for life. Seconda nota: le cinque strutture ospedaliere, tra Asl e ospedali, sono tre a Roma, una a Frosinone e una a Rieti, dove ascenderanno al regno dei contrattualizzati ben 19 (dicesi diciannove, siori e siore) lavoratori. Congratulazioni vivissime, e figli maschi.
E la Tuscia? E Viterbo? Ignorati. Come se non esistessero sulle mappe, e dire che in Regione di carte geografiche aggiornate (e magari pagate coi soldi dei gruppi consigliari) dovrebbero esserne avanzate parecchie. E attenzione, perché non è che da queste parti non s’avvertisse il bisogno di inserire personale fresco nella pianta organica della Asl. Anzi. A sentire il sindacalista della Uil Lamberto Mecorio (voto 7 alla franchezza), sarebbero nettamente sottodimensionati sia i comparti infermieristici sia quelli medici. Ma evidentemente la necessità di rinforzare i due settori non sono state recepiti da chi, come la Regione, ha il potere di ordinare le assunzioni in deroga a quel blocco del turn over (voto 4, non è un’invenzione di Arrigo Sacchi) imposto dal commissariamento della sanità laziale.
Ora. Sarà stato il Zingaretti non attore, Nicola, a infischiarsene delle esigenze viterbesi e a lasciare fuori la Asl dall’iniezione di forze fresche? Oppure sarà stato il commissario straordinario, a vita, Luigi Macchitella a non sottoporre il problema ai piani alti? O ancora, non è che lo stesso Macchitella abbia sì segnalato la necessità di assumere, ma poi non si sia dannato troppo per ottenerla? D’altronde, lo stesso Macchitella passò alla storia per aver prima sospeso e poi licenziato, qualche anno fa, quei 17 dirigenti medici precari che pure erano stati assunti a tempo indeterminato dalla Asl. Un caso di scuola, che si trascina ancora negli infiniti corridoi della giustizia italiana (voto 2.5, e siamo garantisti) e che non ha trovato ancora una soluzione decorosa. Ecco: come il commissario allora licenziò, oggi avrebbe potuto assumere, no? No. Evidentemente.
Per completare la lista delle ipotesi su questa eterna impotenza della Tuscia nelle sale del potere regionale non resta che un ultimo dubbio. Mentre Zingaretti assumeva a Roma e a Frosinone e financo a Rieti, cosa stavano facendo i nostri consiglieri regionali? Magari non i due che stanno all’opposizione, che possono poco, ma gli altri due che siedono tra i banchi della maggioranza. Sì, Panunzi & Valentini. Dov’erano? Cosa hanno fatto per perorare la causa della sanità viterbese e dei lavoratori? Fateci sapere, magari mediante comunicato stampa, una specialità della casa ma soltanto quando si tratta di annunciare iniziative positive. Per quelle negative, silenzio assoluto.
E intanto gli altri consiglieri, e gli assessori, di Rieti, Frosinone e naturalmente gli squaletti romani badano ai loro interessi e mettono a segno colpi come queste 37 assunzioni. Beati loro, e poveri noi. Voto 0.