I tifosi della Viterbese rischiano di trasformarsi in analisti, semiologi, linguisti sopraffini. All’indomani dell’incontro col sindaco allo stadio Rocchi, delle aperture annunciate dallo stesso primo cittadino, delle speranze, si è passati all’analisi del testo. Di quello cioè che il patron gialloblu Piero Camilli ha dichiarato al sito Sportviterbo.it. Frasi interlocutorie, che si prestano a varie interpretazioni, anche di carattere opposto.
Alcune già si conoscevano: “A Viterbo non ci sono le condizioni per fare il calcio come intendo io”. “Da due anni corro dietro al Comune per avere una somma irrisoria, come si può pensare a investimenti di gran lunga superiori?” “Il campo d’allenamento non si è ancora visto, se lo faranno servirà a quelli che verranno dopo”. D’accordo, niente di nuovo sotto il sole.
Poi però Camilli chiarisce anche sulle voci – partite da Grosseto – della possibile cessione della Viterbese ad una cordata romana. “Da me non è venuto nessuno. Chi vuole la Viterbese deve venire da me e saprò cosa dirgli”. Il che non vuol dire, fino a prova contraria, che venderà la società a tutti i costi, ma che è disposto a parlarne. Che è una cosa diversa. E se la cordata non esistesse? E se non fosse seria, o di gradimento del Comandante? Tutto tornerebbe in discussione, anche perché Camilli non è nuovo a rifiuti del genere: anche in Maremma, in passato, ha fatto saltare trattative per la cessione dei biancorossi. Non ci sarebbe da stupire se facesse lo stesso a Viterbo, no?
Lo stesso sindaco, l’altro giorno, ha ribadito che non gli era arrivata alcuna comunicazione – né dal patron né dai suoi uomini di fiducia – su un eventuale addio alla Viterbese. Cosa che invece Camilli ha fatto nei giorni scorsi a Grosseto, inviando una mail al sindaco Bonifazi. Insomma, il borsino del giorno vede Grosseto in ribasso, Viterbo stabile.
Prossime date da segnare sull’agenda: domani, quando è fissato l’appuntamento per saldare le spettanze ai giocatori gialloblu.
E il 30 giugno diventa una data fondamentale, perché se davvero il Grosseto non fosse iscritto alla Lega Pro si capirebbe di più delle reali intenzioni del Comandante. Senza bisogno di leggere tanto tra le righe.