Marco Ciorba? E’ stato uccellato, come avrebbe detto Gianni Brera. Solo che non parliamo di un goffo portiere, ma di un candidato alla presidenza del consiglio comunale. L’esponente di Oltre le mura ha raccolto soltanto 15 voti (ne servivano diciassette), tre ne ha presi l’altro candidato Sergio Insogna, una scheda bianca. Al voto hanno partecipato i 17 consiglieri di maggioranza presenti e il sindaco, mentre le opposizioni – compreso l’ultimo arrivato Taborri – non hanno ritirato la scheda.
Chi pensava che la crisi a Palazzo dei priori si fosse chiusa la settimana scorsa, col rimpasto, è stato servito – e smentito – a dovere. La maggioranza traballa come l’orso del luna park, e se non riesce ad eleggere al primo colpo neanche una carica tecnica e istituzionale (almeno questo dovrebbe essere il presidente del consiglio), è messa davvero male. Sul fronte civico, talmente spaccato da produrre due candidati teoricamente della stessa lista, Oltre le mura, ma forse persino, ancora, nel Pd, che avverte le conseguenze della spaccatura.
Certo, le versioni ufficiali di questo consiglio saltato al primo appello, slittato a metà pomeriggio, sospeso e interrotto, racconteranno un’altra cosa. S’attaccheranno alle assenze all’interno della stessa maggioranza: tre, e pesanti. Mancavano due civici (Tofani e Treta) e una pd, Melissa Mongiardo: diciamo che due assenze su tre puzzano parecchio. E dunque il margine a favore della candidatura di Ciorba era già risicato di per sé. A nulla è servito neanche l’endorsement iniziale da parte di una persona autorevole come Aldo Fabbrini, vicecapogruppo del Pd, che ha lanciato la candidatura del consigliere delegato al volontariato. Al momento di infilarsi nella cabina le sorprese non sono mancate, perché si sa, “nel segreto dell’urna dio ti vede ma Fioroni no”, come scherza qualcuno.
E dunque: Ciorba si ferma a 15, la candidatura Insogna diventa da “di disturbo” a “sorprendente”, andando oltre i due voti previsti (quelli dello stesso Insogna e del fedele Moltoni) e arrivando a tre. Più la bianca.
Già girano ipotesi sulle identità dei franchi tiratori, addirittura con nomi eccellenti e altri più decentrati, in ballo. Ma è un giochino che non prende, perché il franco tiratore è anomimo e libero per definizione. Dispiace per Ciorba, uccellato appunto dalle lotte intestine della maggioranza. Si rivoterà giovedì prossimo (martedì c’è il consiglio straordinario sui rifiuti), con un dubbio per la maggioranza: puntare ancora sullo stesso candidato di Oltre le mura, e però accertandosi della presenza di tutti quelli che oggi non c’erano, o cambiare cavallo.
Chi? Ci sarebbe Maurizio Tofani, certo, che ieri si è portato avanti con il lavoro pagando gli 81.039 euro e 46 centesimi di danno erariale per il crack Cev (detto così sembra una nuova droga sintetica), riconquistando un’immagine candida, quasi virginale, semmai l’avesse mai persa. Ma non è detto che ci siano colpi di scena di qui a quel giorno.
Mentre ci si avvia in sala Aurora per il rinfresco gentilmente offerto dalla consigliera Antonella Sberna e dal consigliere regionale Daniele Sabatini, futuri sposi (auguri, di nuovo), un paio di battute. De Dominicis (Movimento Cinque Stelle): “Io sono nuovo in politica, ma se non è una crisi di maggioranza questa che devono fare? Spararsi a vicenda?”. E Giulio “Nostalgia” Marini: “Di sicuro a me non mi è mai successo”.