Per tutti quelli che “io quando c’è Caffeina mi prendo le ferie, ché proprio non ci riesco…”, sappiate che se andate a La Spezia siete comunque spacciati. Già, perché proprio lassù, da ieri sera e fino al 5 di luglio (le date coincidono) risiede un altro piccolo feudo viterbese. O meglio, una delegazione culturale made in Tuscia, in missione per conto di dio (laddove il dio magari può essere Ray Charles) fuori dai confini laziali.
Per il quinto anno consecutivo infatti la cricca denominata come direttivo del Tuscia in jazz, dirige la 47esima edizione del festival internazionale del jazz. Il più importante d’Italia, stringendo. Affidato alle mani sapienti del direttore Italo Leali e dei suoi fedelissimi Ciccioni e Gerunzi, al fine di risollevare le sorti di un comparto che negli ultimi tempi (prima dell’arrivo dei nostri) stava soffrendo un pochino.
Son attaccati, come detto ieri, i lavori. Con la presentazione del nuovo album di Beppe Servillo. E dureranno fino al giorno cinque di luglio. Segue piccola pausa riflessiva, ed ecco a ruota il Tuscia in jazz estivo, a Bagnoregio. Che si preannuncia come il migliore di sempre, per qualità. Anche perché apre con una novità mica male.
Il 13 l’anticipazione ghiotta porta il nome di “Big Band festival”. Le migliori orchestre di tutto il mondo si sfideranno, fino al 19, a Castiglione in Teverina. “Un anno zero coi fiocchi – commenta proprio Italo da Ronciglione – nemmeno è cominciato che già ci hanno chiamato per il 2016, e pure dall’America”.
Ma torniamo a Bagnoregio, battesimo il 21 luglio. “Dopo tanto lavoro e tanto curriculum – sempre Leali – credo che il canovaccio di questa estate sia il più gustoso mai sciorinato. Dico solo questo, sul palco si alterneranno, oltre che ai più grandi nomi mondiale del settore, tre premi Grammy award. Ossia, il riconoscimento più alto in campo musicale”.
Ed eccoci quindi. Le statuette da esporre appartengono a Peter Erskine, batterista storico dei Weather report. Una leggenda. Accompagnato da Rita Marcotulli, nobile pianista, e Palle Danielsson, contrabbassista (tra gli altri) di Keith Jarrett. A loro è affidato il debutto.
E poi l’acclamato violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum e la cantante Paula Morelenbaum (2 agosto), in un set dedicato all’ineguagliabile Antonio Carlos Jobim, compositore in cui l’eredità africana del samba si sposa con l’armonia europea post-romantica e impressionista. Un connubio incredibile, jazz e bossa nova, composto da mostri sacri che hanno avuto a che fare con Caetano Veloso, Gal Costa, Gilberto Gil, Maria Bethania, Chico Buarque e Milton Nascimento, ma anche con Ryuichi Sakamoto e Omar Sosa.
In tutto questo ci sta poi da considerare il fattore “seminaristi”. Colori i quali, cioè, verranno a Bagnoregio per imparare a suonare. “Sono già più di cento – chiude Leali – partiti da ogni pinzo dell’Europa. Mi sono stupito quando tra le provenienze ho letto anche Australia e Corea del sud. Incredibile”.
L’ultima buona novella è infine la cosiddetta Notte bianca di Civita, 1 agosto. In 2500 si sono già prenotati su Facebook. E non serve aggiungere ulteriori commenti.