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Taborri lascia anche la terza commissione

L'esponente Ncd accusa Michelini: "Ha tradito gli impegni che lui stesso aveva preso"

Goffredo Taborri, consigliere comunale di Ncd

Goffredo Taborri, consigliere comunale di Ncd

L’addio è fragoroso e non privo di rammarico, recriminazioni e accuse (politiche): Goffredo Taborri, eletto consigliere comunale con la lista Oltre le mura, cioè la civica di diretta ispirazione micheliniana, lascia la maggioranza (ma questo già si sapeva) e contestualmente anche la presidenza della terza commissione consiliare. La comunicazione ufficiale è stata protocollata ieri mattina: tre-righe-tre per esprimere sfiducia piena nei confronti del sindaco e l’adesione al gruppo misto. Sul piano numerico, non cambia poi molto per gli assetti di Palazzo dei priori: più interessanti i risvolti politici, soprattutto perché arrivano da un personaggio che da sempre orbita nell’alveo del centrodestra (“liberale” ama definirsi) e che decise di aderire alla lista promossa da Leonardo Michelini, che poi si rivelò decisiva per la conquista del Comune da parte del centrosinistra, dopo 20 anni di dominio ininterrotto di An, Forza Italia e Pdl.

“Due anni e mezzo fa – spiega Goffredo Taborri – fu uno dei primi a credere nel progetto di Michelini, al quale peraltro mi lega un’amicizia più che cinquantennale. Pensavo e speravo che portasse in Comune un’aria nuova, che da imprenditore qual è e qual era si sarebbe dedicato più all’amministrazione che alla politica. Devo costatare che questo non è avvenuto”.

Eppure dal 2013 ad oggi è stato sempre coerente con l’impostazione iniziale…

“E’ vero e lo rivendico. Anche quando ufficializzai la mia adesione al Nuovo centro destra, chiarii che sarei rimasto in maggioranza. Condizione che ho ricordato sempre a chi, dentro Ncd, continuava a chiedermi di passare all’opposizione. Era un caposaldo degli accordi discussi a livello romano”.

E allora cosa è successo per motivare questo distacco?

“E’ il sindaco ad aver tradito i suoi stessi impegni, presi ufficialmente e senza alcun tipo di sollecitazione, davanti al Consiglio comunale. Il 28 maggio annunciò che la nuova giunta sarebbe stata a 7 e che non c’erano alternative a questa impostazione se non l’andare tutti a casa. Come è andata a finire? Ma non è tutto…”.

C’è dell’altro ancora?

Leonardo Michelini il giorno dell'elezione a sindaco

Leonardo Michelini il giorno dell’elezione a sindaco

“Ricordo a me stesso e ai viterbesi che fu lo stesso Pd a chiedere una riduzione della giunta comunale a 6 assessori e senza esterni. Ripeto la domanda: come è andata a finire? Che gli assessori sono 8 e che gli esterni sono tutti rimasti al loro posto, anzi se ne è aggiunta anche un’altra”.

Insomma non le è piaciuto il comportamento del sindaco…

“Esattamente e lo dirò pubblicamente in Consiglio comunale quando si parlerà di questi argomenti. Aggiungo che in questi due anni ha sempre cercato di dare un indirizzo diverso alle cose, ma non sono mai stato ascoltato. Ad esempio, sostenevo l’inopportunità di alzare l’Imu. Niente da fare: l’aumento c’è stato il Comune ha incassato un milione e 600mila euro in meno. Come pure, non riesco a capire il Pd che continua a sostenere di essere sottorappresentato: ha 12 consiglieri e i non democratici 10. Non mi pare che la differenza sia così ampia…”.

E adesso inizia la fase dell’opposizione.

“Che sarà responsabile, come ho sempre fatto. Voterò secondo coscienza e non per partito preso. Di un fatto sono certo: se Michelini non si fosse fatto condizionare così fortemente dalla politica, non si sarebbe arrivati a questo punto. Ma questo è solo il primo passaggio: sono certo che non mancheranno novità in futuro”.

Dichiarazione un po’ criptica…

“Si sta già pensando alle prossime comunali. Oggi posso solo dire che non mi sembra così scontato che, quando si voterà, gli schieramenti saranno identici a quelli attuali. Non lo credo proprio…”.

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