Cibo e tipicità, certo, ma lo Slow Food Village di Viterbo (26 giugno – 5 luglio, piazza del Sacrario) oltre a “gustare” è anche “condividere”, “sperimentare”, “conoscere”, come recitano le quattro ideali aree tematiche in cui gli organizzatori hanno diviso l’evento (www.slowfoodvillage.it). Il cibo, insomma, visto in tutti i suoi aspetti: alimentare, sociale, etico. Non è caso, quindi, che la rassegna si apra oggi (ore 20,30) con il convegno “Una campagna che non ti aspetti: testimonianze professionali umane dei protagonisti dell’agricoltura sociale”. Dove per agricoltura sociale si fa riferimento alla capacità del contesto agricolo e delle sue risorse materiali e immateriali di contribuire a percorsi di accoglienza, formazione, integrazione sociale e lavorativa di gruppi specifici di popolazione portatori di disagi o svantaggi di diversa natura che richiedono interventi da parte dei sistemi locali di welfare. Sebbene da sempre l’agricoltura abbia informalmente esercitato una funzione sociale, solo negli ultimi dieci anni organizzazioni agricole, soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche ne hanno colto le valenze originali e innovative attivandosi in vari territori del paese per promuoverne lo sviluppo e il consolidamento. A seguire “Agricoltura familiare come antidoto alla globalizzazione”, a cura del Movimento Terra Contadina (conduce Christian Cabrera)
Tra i primi a capire la valenza del concetto di agricoltura sociale il professor Saverio Senni, dell’università della Tuscia, che condurrà il dibattito e che da anni porta avanti nell’ateneo programmi di agricoltura sociale. “Nei molti dibattiti sullo stato dell’arte e sulle prospettive dell’agricoltura sociale – spiega il professor Senni – il punto di vista personale e umano di chi l’agricoltura sociale la pratica in campo giorno per giorno rimane spesso nell’ombra. L’incontro promosso da Slow Food Viterbo pone l’attenzione sulle motivazioni, le difficoltà, i sogni nel cassetto di chi, attraverso la pratica agricola e la produzione di cibo, vuole fare la sua parte per un pianeta buono, pulito e giusto”. Tra i relatori Chiara De Santis (psicologa con specializzazione in riabilitazione equestre ed agricoltura sociale, fondatrice e coordinatrice del Giardino di Filippo di Viterbo), Valentina Iside (educatrice professionale e pedagogista, dal 2009 lavora presso la Fattoria di Alice di Viterbo come educatore professionale nelle attività sociali e riabilitative in agricoltura sociale), Aldo Milea (agronomo che ha all’attivo svariate esperienze professionali in ambito agricolo – sociale con diverse “utenze”: dai detenuti agli anziani, dai disabili adulti e bambini ai tossicodipendenti ai pazienti psichiatrici), Marco Sciarpa (diploma nel Master in agricoltura etico – sociale dell’Università della Tuscia. Da anni si occupa di agricoltura sociale accompagnando disabili adulti, soggetti con disagio psichico e tossicodipendenti) e Andrea Zampetti (ha il dottorato di ricerca in Scienze dell’educazione-Pedagogia sociale: dal 2006 insegna Progettazione educativa all’Università Pontificia Salesiana).
Con una selezione di imprese rappresentative del territorio, Confartigianato imprese di Viterbo si conferma partner di Slow Food rivolta a famiglie, produttori, ristoratori, educatori e formatori, persone interessate al benessere alimentare e alla salute. “L’edizione 2015 della kermesse – spiega Andrea De Simone, direttore di Confartigianato imprese di Viterbo – si caratterizza per il tema, “La terra racconta, la terra unisce”, che si sposa perfettamente a quello promosso da Expo 2015: Nutrire il pianeta. Energia per la vita. La nostra associazione, partner ufficiale dell’esposizione mondiale, ha già avuto modo di mettere in risalto la bontà del principio ispiratore di Expo, dedicando il Calendario dei Mestieri 2015 proprio all’evento dell’anno. In quell’occasione, sempre in collaborazione con Slow Food Viterbo, abbiamo coinvolto alcune delle imprese del territorio che operano nei settori alimentare e artistico e che sono rappresentative dell’universo valoriale promosso dall’esposizione. Per questo motivo, porteremo all’interno dello Slow Food Village quelle stesse imprese, con l’intento di rimarcare e suggellare una collaborazione a doppio filo con le condotte del cibo buono, pulito e giusto e con tutte quelle realtà che quotidianamente s’impegnano per restituire energia alla vita”. Il villaggio ideato da Slow Food Viterbo si terrà in piazza dei Caduti, la più grande area pedonalizzata della città, dove in un carosello di angoli street food, stand di artigianato e gastronomia, aree degustazione e arene che ospiteranno dibattiti e presentazioni, i visitatori potranno assaporare l’idea di cultura portata avanti dalle condotte dell’associazione impegnata a restituire gusto al cibo.
“Durante i dieci giorni della manifestazione – continua il direttore De Simone – lo stand di Confartigianato ospiterà quattro imprese del Viterbese che esporranno i loro prodotti, coinvolgendo i presenti, offrendo loro degustazioni e mettendo a disposizione una selezione dei prodotti per la vendita”.
Si alterneranno nello stand con il logo Confartigianato il Prosciuttificio Coccia Sesto con la rinomata Susianella, presidio Slow Food; L’azienda agricola Fratelli Pira con i loro ricercati formaggi; la pluripremiata Cooperativa Agricola Colli Etruschi con una selezione di olio blerano; il rinomato Consorzio Coniglio Verde Leprino di Viterbo con la sapiente arte dell’allevamento della razza purissima riconosciuta dall’Anci.