Il Taranto, allora. E basta la parola per far venire in bocca vecchi sapori che ormai sembravano perduti. Sì, il sapore della serie C, l’odore delle grandi partite – stadio pieno, sudore, fumogeni -, di quando la Viterbese giocava tra i professionisti, e da protagonista. Domenica per il secondo turno della fase nazionale dei playoff arriveranno i rossoblu ionici, che pur avendo battuto il Rende nella loro sfida hanno perduto, a causa di un regolamento contorto anzicheno, lo status di testa di serie. La Viterbese invece no, e perciò avrà ancora il fattore campo dalla sua, per quanto possa contare in una partita così delicata il fatto di giocare in casa. Anche perché da Taranto si preannuncia il classico esodo: caldi e numerosi, i tifosi pugliesi, sia nel riempire il loro Erasmo Jacovone sia nel seguire la squadra in trasferta. Per domenica, tra l’altro, la società si è già mossa sia per organizzare il trasferimento nella Tuscia, sia per avviare i contatti con il club gialloblu per i biglietti riservati agli ospiti.
Il Taranto arriverà a Viterbo venerdì, e alloggerà in un albergo di San Martino al Cimino, dove potrà anche sfruttare il campo in erba per l’allenamento di rifinitura del sabato. In città, comunque, troverà un ambiente con l’entusiasmo alle stelle. Il successo contro il Poggibonsi è stato meno sofferto di quello del primo turno contro l’Olbia. La formazione toscana ha mostrato tutti i suoi pregi in fase di organizzazione, ma ha peccato di precisione e di convinzione al momento di concludere. Il caso, nell’accezione latina del termine, ha fatto il resto: l’espulsione di De Vitis (coincidenza: si chiama come il vecchio Totò, che a Taranto giocò e segnò uno storico gol contro la Lazio agli spareggi di Napoli nel 1987, è storia del calcio), il rigore di Giannone, qualche ottima chiusura di Dalmazzi e Scardala hanno fatto il resto.
L’impressione è che più aumenti la posta in palio più la Viterbese reagisca: ma forse si tratta soltanto di un’impressione. E peccato che domenica prossima i gialloblu dovranno arrangiarsi senza la presenza fisica di Attilio Gregori, espulso contro il Poggibonsi e ieri squalificato per un turno dal giudice sportivo. Tutti disponibili invece per il dirimpettaio Cazzarò, che con il suo 3-4-3 e giocatori di categoria (l’ex Viterbese Ibojo, Gaeta, Genchi e quel Ciarcià che meno di un mese fa ha realizzato questo gol qui) ha portato il Taranto fino a qui. Lo stesso Cazzarò era in campo il 21 ottobre del 2001, quasi quattordici anni fa, quando i pugliesi strapparono un pareggio nel vecchio stadio Rocchi. Al vantaggio gialloblu di Omar Martinetti replicò Christian Riganò, uno che poi avrebbe fatto carriera tra Firenze e Messina. Due firme illustri per una partita nell’allora C1 (in panchina la Viterbese era guidata da Lillo Puccica). L’ultimo precedente a Viterbo, invece, risale a nove anni fa ed è un precedente benaugurante: 7 maggio 2006, un gol di Daniele Bordacconi consegnò i tre punti ai padroni di casa allenati da Chiappini. Era l’ultima partita della stagione regolare in C2: i gialloblu sfiorarono i playoff, il Taranto di mister Papagni invece era già qualificato, e poi vinse gli spareggi e fu promosso in serie C1.
Domenica torneranno ancora quei vecchi sapori, e va bene che si gioca “solo” per i playoff di serie D (e per un eventuale ripescaggio), ma c’è da rendere onore alla storia. Di qui come di là.