Il Comune e la pubblicità, un rapporto non critico a quanto si direbbe. Dopo le segnalazioni ricevute da Viterbopost nei giorni scorsi sulla situazione carente del settore affissioni, arriva puntuale e documentata la replica da Palazzo dei priori. Affidata all’assessore delegata al ramo, nonché vicesindaco, Luisa Ciambella. Che premette: “Non c’è niente da temere per quanto riguarda il gettito garantito al Comune da questo particolare settore, che è in linea con le previsioni già nei primi tre mesi del 2015. Quarantamila euro sono stati incassati e moltiplicandoli per tre si arriva a 120mila euro. Questo è un dato certo”.
Perciò nessun danno a livello d’introiti, ed è una buona notizia. Ma la domanda è: si potrebbe dare (fare) di più? La risposta è sì, anche se vanno considerati alcuni fattori che al momento limitano gli affari: “Intanto la crisi – dice Ciambella – che ha colpito duro nel settore della pubblicità. Per intenderci: se sui manifesti si vedono pubblicità dello scorso Natale non è perché non si sia voluta vendere altra pubblicità nei mesi successivi, ma soltanto perché non c’è stata nessuna richiesta. Una flessione generale, che non è certo colpa di nessuno”. Ci sarebbe poi l’attività dell’ufficio, e qui si apre un’altra questione: “Fa parte dell’ufficio tributi, ed era nostra intenzione metterci mano sin dal nostro insediamento – spiega ancora la vicesindaco – perché eravamo a conoscenza delle problematiche. A partire dalla mancanza di personale, tre amministrativi e tre operai, anche se la carenza di lavoratori è un problema comune. E comunque lavoriamo per ristrutturare il settore, per risolvere le difficoltà e per confrontarci alla ricerca della formula migliore. Certo, nel frattempo è intervenuta la vicenda Esattorie a complicare il tutto anche in termini di Bilancio, e a rinviare gli interventi mirati, ma non appena sarà pronta la gara per la riscossione dei tributi ci occuperemo anche della pubblicità”. Come dire: è stata una questione insieme di priorità e di forza maggiore. E dietro certe lamentale chissà cosa si nasconde.
C’è anche la questione dei cartelloni in capo al Comune (altri sono gestiti da società private). “Quando è scaduta la convenzione abbiamo ripreso gli spazi e siamo stati costretti a fare una selezione tra quelli presentabili e quelli in condizioni più critiche, che poi erano nei punti meno visibili. Questi ultimi sono stati messi in manutenzione, e vedremo cosa farci in futuro. Gli altri lavorano tutti a pieno regime”, conclude Ciambella. Al di là degli interessi dei privati e di quelli di chi gestisce la cosa pubblica, la speranza è che il settore – superate le questioni burocratiche, le tensioni e i problemi effettivamente più gravi – torni a marciare il più possibile compatto. Perché anche così si può uscire dalle morse della crisi.