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Per il presidente del consiglio fuori le calcolatrici

CInque consiglieri in lizza per la carica, ma i dubbi restano ancora tanti

Palazzo dei priori

Palazzo dei priori

Oggi le date dei nuovi consigli comunali. Una raffica che dovrà eleggere, si spera senza ulteriori scuotimenti per la maggioranza, il nuovo presidente dell’assemblea della sala d’Ercole. E’ l’ultimo tassello che manca a Michelini per concludere l’operazione rimpasto – ormai in corso da un mese – e che dovrebbe rinsaldare il patto di governo su Viterbo e consentire ad assessori e consiglieri di riprendere la loro attività a pieno regime. Un ritorno alla normalità, se così si può chiamare, che comunque dovrà sempre fare i conti con il momento delicatissimo, tra l’inchiesta sui rifiuti e l’approvazione del bilancio.

Qualcuno, come Forza Italia per bocca del capogruppo Claudio Ubertini, chiede che si proceda all’elezione del presidente già nel primo consiglio utile, probabilmente giovedì. La stessa minoranza, del resto, aveva già chiesto dieci giorni fa la convocazione con la procedura di urgenza, che lascia un margine di venti giorni per fissare la seduta.

Bisognerà vedere come si muoverà la maggioranza, premesso che il candidato dovrà essere scelto tra le fila di Oltre le mura, la formazione civica che è anche espressione del sindaco. E al netto di favoriti o presunti favoriti tutti i consiglieri della lista sono potenziali candidati: da Maurizio Tofani (capogruppo) a Marco Ciorba, da Paolo Simoni a Sergio Insogna (che a quel ruolo fu già candidato nella scorsa legislatura per il Pd) a Chicco Moltoni. Questi ultimi, seppure spesso in polemica con i colleghi nei giorni infuocati del rimpasto, non ci stanno a restare fuori dai giochi.

Dovrà essere il gruppo a trovare una convergenza sul nome e a presentarlo agli alleati, prima della votazione in aula. C’è anche chi fa notare che potrebbe essere utile, stavolta, non ripetere gli errori del passato e scegliere una candidatura unitaria, che al limite possa riscuotere anche la fiducia dell’opposizione. Il presidente del consiglio comunale, infatti, è formalmente super partes, una figura di garanzia che tutela tutti i consiglieri: una caratteristica che viene spesso dimenticata ma che potrebbe fare comodo all’amministrazione Michelini in un periodo piuttosto delicato (per i motivi di cui sopra) della legislatura.

Ma c’è anche chi sostiene che l’elezione del presidente non sia poi così scontata e che anzi potrebbe nascondere diverse insidie, specialmente in punta di diritto, visto che su due consiglieri in carica (e votanti fino a prova contraria), pende ancora il giudizio sulla possibile decadenza. Con tutti i rischi del caso.

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