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Per il Pd il bilancio di governo è “positivo”

L'assemblea conferma la fiducia a Michelini: "Stiamo cambiando la città"

Ciambella, Ricci, Michelini e Bizzari in prima fila

Ciambella, Ricci, Michelini e Bizzari in prima fila

Questo partito si chiama “democratico” perché ci si scannerà pure – come in tutte le formazioni politiche, grandi e piccole, di destra e di sinistra e di centro – ma poi alla fine ci si ritrova, si parla, ci si confronta. Grand hotel Salus terme, ieri pomeriggio: l’assemblea degli iscritti del circolo unico di Viterbo (frazioni comprese) è uno di quei passaggi che conferma la tesi di partenza. Il Pd cittadino è tutto qui, le assenze poche, entrambi le fazioni di potere, la sinistra panunziana e l’area popolare fioroniana, si ritrovano e fanno le prove per riconquistare l’armonia perduta durante la guerra intestina dei giorni della crisi di Palazzo dei priori. E benché la crisi stessa non sia ancora tecnicamente finita, perché manca l’ultimo passaggio dell’elezione del presidente del consiglio comunale, che spetta ai civici e che ci sarà giovedì, è tempo di tornare a marciare tutti insieme. Anche perché qui, come direbbe Pierluigi Bersani, ragassi, c’è da governare una città.

La sorpresa di giornata è il cambio di strategia del partito, certo, ma anche dell’ospite illustre Leonardo Michelini, ringalluzzito dal (quasi) scampato pericolo e ora più incline a rispondere a tono alle critiche dell’opposizione. Per capirci: è un sindaco più politico di quello visto nelle ultime uscite nei quartieri, più ruvido, più concreto nelle analisi. Per esempio questa: “Due anni fa abbiamo vinto le elezioni e quella vittoria ha un significato importante, perché abbiamo abbattuto un tabù. Qui il centrosinistra non avrebbe mai potuto vincere, e invece lo ha fatto. Ora però bisogna dare continuità a questo risultato, archiviare per sempre quel tabù. E questo si può fare allevando le nuove generazioni, insegnando loro a fare politica e a difendere quegli obiettivi di crescita e di libertà che abbiamo centrato noi”. Già, perché prima Viterbo non era libera, almeno culturalmente, e veniamo agli attacchi agli avversari, poi ripetuti con declinazioni diverse anche dalla sua vice Ciambella: “Per vent’anni questa città non è stata libera, ma vincolata alle amicizie, ai soliti personaggi di riferimento, ad una macchina amministrativa, e mi riferisco anche ai rapporti tra politica, dirigenti, funzionari, che era sempre uguale. Abbiamo portato il cambiamento, e mi piace pensare che io sia stato uno strumento di questa svolta, anche se all’inizio non volevo neanche candidarmi”.

L'intervento del vicesindaco Ciambella

L’intervento del vicesindaco Ciambella

Per Michelini, il bello deve ancora venire: “Dopo due anni che abbiamo impiegato per cambiare questo sistema, ora passiamo all’incasso. Del patto che ho sottoscritto col presidente della Regione Zingaretti abbiamo già completato due punti e mezzo: l’arsenico via dalla nostra acqua nei tempi previsti, una cosa che il centrodestra aveva ignorato bellamente, il prolungamento della Trasversale, annunciato venerdì scorso, e il miglioramento della sanità pubblica, con l’apertura del punto di assistenza infermieristica al Carmine, al quale seguirà un altro a Santa Barbara. Abbiamo riaperto il museo civico e il caffé Schenardi e presto torneranno attivi anche il teatro Unione e il cinema Genio, abbiamo fatto le mostre, una nuova Macchina di Santa Rosa che ci ha consentito di portare quella vecchia ad Expo. Abbiamo risparmiato mettendo un amministratore unico a Francigena, invece del Cda che costava un sacco e che era una ghiotta disponibilità di poltrone.Tutte operazioni a basso costo, ma dall’importanza notevole. Dobbiamo continuare così, per non deludere i viterbesi e per assicurare un futuro a questo modo di amministrare”. E i rifiuti? Ed Esattorie? Colpa di chi c’era prima: “Sui rifiuti, come prima cosa, abbiamo pensato a rassicurare i cittadini, a far capire loro che noi siamo parte lesa, e che siamo persone perbene. E’ in momenti delicati come questi che va usata trasparenza, perché sennò la gente si allontana dalle istituzioni: aiutiamo chi indaga per fare chiarezza, ma allo stesso tempo siamo garantisti nei confronti degli indagati. Esattorie? Basta coi carrozzoni”.

Infine le lodi al Pd, “l’unico partito a dimensione nazionale, che può confrontarsi con ogni realtà sociale e che può parlare alla gente. Ecco – dice Michelini – noi abbiamo vinto perché abbiamo ascoltato i cittadini, ci siamo confrontati con tutti. Si sceglie chi votare anche secondo le affinità”.

Prima c’era stata la relazione del segretario dell’Unione comunale, Stefano Calcagnini: un messaggio anche in questo caso duro con le opposizioni esterne e conciliante con quella interna, a partire dall’incipit: “In questi due anni di mandato ho commesso alcuni errori, errori naturali quando si guida un partito complesso e dinamico come il Pd. Però insieme siamo riusciti a consolidare una realtà moderna e pragmatica che svolge un ruolo di stimolo e supporto all’amministrazione”.

Segue il benvenuto alle due nuove assessore democratiche, Perà e Troncarelli (sedute in platea con tutti gli altri colleghi, e applauditissime). Per Calcagnini, dunque, il bilancio è positivo, mentre le iniziative della minoranza, come la raccolta di firme, “operazioni di personaggi in cerca disperata di visibilità. Noi non ci facciamo spazzare via da nessuno, siamo qui per governare e per rimediare ai disastri di un ventennio di amministrazione disgraziata”. Il documento del 22 giugno, che conferma l’appoggio a sindaco e giunta, è votato alla grande. “Abbiamo piena e incondizionata fiducia in Michelini e nella sua squadra”, dice Calcagnini.

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