Il prossimo 26 di giugno saremo tutti lì. Ora, tutti tutti no. Diciamo, diversi, ecco. In fila per una notte intera, fuori da una saracinesca che sembrerà non aprirsi mai. E poi finalmente sorgerà il sole, l’addetto alla porta toglierà i lucchetti, e via, di corsa, verso il bancone più lucido del negozio. Store, pardon. Che fa fico. Solo a quel punto, dopo una selezione data dalla tiratura dei pezzi e dagli infarti post-crepuscolari, potremo indossare il nostro fantastico Apple-watch. Che avremo pagato un occhio della testa. Ma vuoi mettere quanto fa tendenza portare al polso un orologio con una mela? Riscoprire un’abitudine persa nel giorno dell’invenzione del telefono cellulare? Addirittura poter abbinare le due cose? E, quesito mas importante, a che cacchio servirà mai questo Apple-watch? Nessuno lo sa. Ma in diversi (quelli di cui sopra) si venderanno un rene della madre o metteranno un’ipoteca sulla casa, pur di averlo.
Bene. Per quanti volessero informarsi, o per quanti altri fossero malati-curiosi-affezionati-costretti-dalle-mode, qualche spiegazione a riguardo (forse) la si può beccare nei due giorni precedenti, a Milano. Al museo Triennale. Unica sede Expo fuori Expo. Una sorta di padiglione atipico, come quelle isolette che non cedono mai. Lì dentro, per volere della Tim, stanno facendo un sacco di cose. E in quelle 48 ore che saranno a cavallo tra il 24 e il 25, toccherà ai Medioera boys di soddisfare i palati cibernetici-nerdistici.
Come poi succede sempre, da sei edizioni di festival digitale a questa parte, solo che di prassi a Viterbo. E non sù, in zona Madunina. “Siamo ben felici di dare un taglio nazionale a Medioera – commenta Massimiliano Capo, che poi sarebbe il direttore artistico – sarà un’ottima promozione. Nonché un consolidamento di quanto fatto, a passo lento ma costante, qui. Una città di provincia può proporre cose interessanti, insomma. Tentando di dare input e ipotesi di visione”.
Il canovaccio è lo stesso dell’ultima puntata sotto l’ombra della Palanzana. Sei appuntamenti, tre per dì, rapidi rapidi. Un’oretta scarsa per ognuno. “Questo Tg andrà in onda in forma ridotta, per venire incontro alle vostre capacità intellettive”, avrebbe detto un Luttazzi ancora in forma. “La Tim ci ha scelti tra tanti proprio per l’approccio veloce – prosegue – e per le conseguenti numerose proposte in poche ore. Sul palco ci destreggeremo in molti temi, dagli oggetti che si indossano in ottica fitness ad incubatori e acceleratori. E poi fashion, libri e altro ancora…”.
Già, i libri. Quelli che poi verranno ricaricati di corsa (o magari trasmessi per mail, condivisi, postati…), dopo la sbornia milanese, e rispacchettati appena rientrati in patria. Perché Medioera è anche dentro Caffeina. E Caffeina attacca proprio il 26. Con o senza Apple-watch.