A due anni di distanza dalla sua elezione, Leonardo Michelini si trova a non festeggiare, e anzi a vivere il momento più difficile del suo mandato. La crisi politica più grave sembra essere sulla via della conclusione, visto che già oggi il sindaco potrebbe ufficializzare – stavolta senza sorprese o colpi di testa – la nuova giunta ad otto (ma al prezzo di sette). Gli ingressi di Alessandra Troncarelli ai Servizi sociali e di Sonia Perà allo Sviluppo economico non solo ristabiliscono le quote rosa (visto che si erano dimesse due assessore, Valeri e Zucchi), ma placano gli appetiti della componente maggioritaria del Partito democratico. Quella panunzian-renziana, per capirci, che presto – quando si riunirà il prossimo consiglio comunale – dovrebbe anche avere la presidenza dell’assemblea.
E’ tutto a posto, dunque? Certo che no. Intanto, perché non è dato sapere quali effetti possa avere, a livello politico, l’inchiesta sui rifiuti, quel Vento di maestrale che rischia di mettere in allarme sia il Pd, sia soprattutto la componente civica, già in ebollizione per conto suo. L’altro giorno, in commissione, erano tanti i consiglieri comunali (e a dire la verità anche un paio di assessori) ad ascoltare la risposta di Vannini all’interrogazione sui rifiuti posta da Vittorio Galati in tempi non sospetti. Un’inquietudine diffusa anche per ragioni che con l’inchiesta c’entrano poco o nulla. Lo dimostra l’uscita ufficiale dalla maggioranza – benché la cosa fosse nell’aria da tempo – di Goffredo Taborri, approdato al gruppo misto. Un altro pezzo che se ne va, per Michelini, e soprattutto un altro voto in meno.
Insomma, anche se il rimpasto è andato in porto non è detto che sia definitivo. Anzi. Come quei cari (si fa per dire), vecchi, governi balneari della Dc o del Pentapartito, infatti, l’impressione è che l’attuale composizione della squadra di Palazzo dei priori sia destinata a durare poco. Per quanto? Fino a dopo Santa Rosa. Sempre che nel frattempo non accada qualche altra cosa.