“Ma il Comune vuole fare qualcosa per sbloccare la situazione?”. La domanda arriva direttamente da alcuni operatori privati del settore pubblicità, e parliamo degli spazi di affissione. Di tutte le dimensioni: da quelli più grandi, i 6 X 3 (metri) ai più piccoli 100 X 140 e 70 X 100 (centimetri). Alcuni sono affidati alla gestione di società private, altri invece sono in capo direttamente a Palazzo dei priori. E proprio questi sono quelli sotto la lente.
Secondo le segnalazioni ricevute da Viterbopost, la metà degli spazi di affissione del Comune sono inutilizzati, o sottoutilizzati. Con tutto quello che ne deriva in quanto a mancati incassi, e a conseguenze che ricadono anche sulle aziende che operano nel settore. Il tutto sarebbe causato dalla mancanza di personale per l’affissione, una carenza cronica che si è acuita negli ultimi anni e alla quale, almeno secondo queste informazioni, non si vuole far fronte. “Se si contatta l’ufficio incaricato e si chiedono dieci spazi, o cinque, rispondono che non è possibile, perché non hanno persone che poi affiggono i manifesti”. E così Palazzo dei priori perde i soldi, quelli che gli inserzionisti (locali e nazionali) potrebbero pagare per avere pubblicità lungo le strade di Viterbo. E i soldi li perdono anche i privati, visto che per le grosse campagne ci vogliono tanti spazi.
Soluzioni? Affidare a qualcuno il compito di attaccare i manifesti. Ad una cooperativa, per esempio, che intervenga a chiamata – quando e se necessario – per affiggere la pubblicità in tempi rapidi. “Non sarebbe un costo improponibile – spiegano gli addetti ai lavori – Un 6 X 3 costa al cliente 200 euro, di questi 20 si danno a chi materialmente attacca il cartellone. Il margine di guadagno per le casse pubbliche resterebbe”. Casse pubbliche che tra l’altro hanno bisogno di ossigeno. Se poi si sceglierà la cooperativa attraverso una gara (come sembra voler fare il Comune d’ora in poi per ogni appalto, dopo le recenti vicende sull’immondizia), cambia poco.
Ma la questione non è finita qui. Facendo un giro per la città si può facilmente verificare come il Comune sfrutta poco, e male, i suoi spazi d’affissione. Intanto i cartelloni pubblici si distinguano da quelli gestiti dalle aziende private e non solo perché quest’ultimi riportano il marchio del “concessionario”. Le plance del Comune sono vecchie, arrugginite, in qualche caso anche pericolanti e pericolosi (per esempio sulla Tangenziale al Riello, vedi foto). E vecchie sono anche le pubblicità esposte. A via del Crocefisso, per esempio, c’è una bella promozione del mercatino degli ambulanti di Forte dei marmi, in città “domenica 15 giugno”. Sottinteso: del 2014, un anno fa esatto. Anche a via Genova non stiamo proprio sul pezzo: il 6 X 3 – un po’ scolorito e arrugginito – nel parcheggio promuove il gospel di Viterbo con Amore dello scorso Natale.
Insomma, magari influirà la crisi, che ha colpito duro l’intero settore della pubblicità nelle sue varie forme, ma sulla quarantina di 6 X 3 (e parliamo solo di quelli) gestiti dal Comune pare almeno la metà sia “morta”. A quando la rianimazione? A quando gli incassi?