Cambia la location (dalla parrocchia di Santa Barbara a Santa Maria della Grotticella), ma non cambia né il numero di partecipanti (sempre una trentina), né l’argomento: rifiuti in primis, ma anche la vicenda Esattorie. Prosegue il tour cittadino del sindaco Leonardo Michelini, sempre accompagnato dalla vice Luisa Ciambella; nella palestra della Mazzetta anche l’assessore Delli Iaconi e i consiglieri comunali Bizzarri, Fabbrini e Scorsi. Il primo cittadino ricapitola con pazienza i vari passaggi dell’appalto per l’igiene urbana “che abbiamo ereditato e che è stato vinto da un’azienda che incasserà in 5 anni circa 50 milioni di euro”. Le sottolineature riguardano il fatto che, ad esempio, nella valutazione ha pesato per il 70% la componente servizi e solo per il restante 30% la parte economica: “Cosicché il risparmio per le casse pubbliche si traduce in appena 100mila euro, appena lo 0,2%”. Evidentemente troppo. “Ciò che posso garantire ai viterbesi – scandisce Michelini – è che non un centesimo in più è stato speso e che gli effetti dell’aumento della raccolta differenziata, attualmente intorno al 54%, si tradurranno in risparmi sulla tariffa”.
“Ci siamo accorti subito – aggiunge – che qualcosa non andava. Dalle proteste dei cittadini, dagli articoli di stampa, dalla quotidiana costatazione. Ma allora mi chiedono tutti perché non si è proceduto alla rescissione contrattuale? Perché si tratta di un servizio essenziale e perché saremmo andati incontro ad un probabilissimo contenzioso con Viterbo Ambiente, dall’esito tutt’altro scontato. Con il rischio di doversi ritrovare a pagare i danni e con la possibilità che la stessa azienda continuasse a gestire il servizio. Come è accaduto a Frosinone”.
La platea ascolta e applaude anche alla fine, pur se arrivano subito le domande sulle carenze attuali del servizio. L’assessore Ciambella ricapitola invece la vicenda Esattorie. “Ci siamo insediati – dice – il 15 giugno del 2013 e il giorno dopo ci è stato detto che la società incaricata di riscuotere le tasse pagate dai viterbesi aveva incassato 4 milioni e 270mila euro, ma aveva ‘dimenticato’ di versarli nella casse comunali. Un autentico macigno. Ci siamo messi al lavoro, abbiamo rifiutato il concordato, abbiamo intrapreso un’azione legale che ci ha permesso intanto di incassare i 3 milioni di euro dall’assicurazione. E poi fra quanto recupereremo dal fallimento e da altri introiti, riusciremo a coprire praticamente l’intera cifra. No, non dimentico affatto i 38 lavoratori, la cui vicenda continuo a seguire con attenzione. Posso dire che, subito dopo l’approvazione del bilancio, sarà bandito l’appalto per l’individuazione del futuro esattore. E in quella circostanza si cercherà di porre rimedio per almeno una parte dei dipendenti che hanno perso il lavoro”.
Si parla anche dell’appalto per la pubblica illuminazione, valore 25 milioni di euro per 20 anni. “Inutile pensare – chiosa il sindaco – di poter controllare i lavori eseguiti al termine dell’appalto. Perciò stiamo per nominare un esperto che dovrà controllare con cadenza costante che cosa si fa e come si fa”. “Anche in questo caso – aggiunge Luisa Ciambella – ci siamo rifiutati di approvare una variante che prevedeva l’installazione di 500 nuovi punti luce al costo di 400mila euro. Ma se non sorti nuovi quartieri, come si possono giustificare nuovi punti luce?”.
C’è ancora il tempo per spiegare lo scarso successo di partecipanti a queste iniziative: poco tempo per pubblicizzarle, scarsa abitudine al confronto diretto. “Ma posso affermarlo subito- conclude Leonardo – questi appuntamenti diventeranno fissi, magari con cadenza mensile. Perché ci siamo accorti di non essere riusciti a comunicare bene ciò che abbiamo fatto, perché e come. E magari anche per parlare di ciò che non si è fatto”.