Il punto di equilibrio sembra essere stato trovato. Si parla dell’amministrazione comunale e non di statica, nobile branca della fisica. Dopo i contorcimenti e le evoluzioni delle ultime settimane, sul numero degli assessori tutti (qualcuno obtorto collo) sono d’accordo: scende a 7. Poiché si tratta di un segnale che non si può non mandare ai cittadini, ai quali con ogni probabilità con il prossimo bilancio si dovrà infliggere un aumento dell’Irpef comunale. E dunque un segno tangibile che si risparmia dappertutto (a cominciare dalla politica) va dato. E peraltro the magic number era esattamente quello annunciato dal sindaco Michelini nella seduta di giovedì scorso.
Su questo numeretto (che, come detto, accontenta tutti e che permette al primo cittadino di non contraddirsi) si costruisce poi la squadra amministrativa. Che, allo stato dell’arte, sembra destinata ad un rimaneggiamento più profondo rispetto a quanto annunciato dallo stesso Michelini. Già perché al momento hanno la pressoché totale certezza di restare Barelli, Ciambella, Ricci, Saraconi e Vannini (2 Pd, 2 civici, un esterno), citati in rigoroso ordine alfabetico. Si arriva a 6 con l’ingresso di Alessandra Troncarelli che, alla fine, firmerà il decreto di nomina e si aggregherà al drappello. Ma la vera novità di giornata è che è tornato a ballare il nome di Antonio Delli Iaconi, detentore – tra l’altro – della delega alla cultura e di quella, assai delicata, al termalismo. Parrebbe (il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo, considerando anche la proverbiale abilità del personaggio nel destreggiarsi nei mari procellosi) che l’ex direttore di Unindustria non possa contare al momento su particolari consensi all’interno dei gruppi consiliari, anche fra coloro che ne avevano perorato e sostenuto la nomina. Stando così le cose, si arriva al fatidico 7 con l’ingresso di un altro assessore. Più esterno che interno, più panunziano che serriano, secondo i rumors di Palazzo dei priori. E su questo nome fioccano le ipotesi, le spinte e le controspinte. In deciso calo sembrerebbero le chances di Sandro Mancinelli e del segretario provinciale del Pd Andrea Egidi (inizialmente indicato come figura di garanzia di tenuta del patto, sottoscritto la settimana scorsa davanti al segretario regionale democrat Fabio Melilli); nelle ultime ore si sono fatti nomi di Carlo Mancini, segretario del circolo unico Pd, e dell’avvocato Massimo Pistilli, avvistato qualche giorno fa a cena proprio con Enrico Panunzi. Un caso? Sicuramente sì, ma la cosa è stata interpretata come un segnale non trascurabile negli ambienti dei bene informati. Fermo restando che sulla nomina, l’ultima e decisiva parola spetta al sindaco che sulla materia ha un potere intangibile.
A questo punto, resterebbe da assodare la faccenda della presidenza del Consiglio comunale, poltrona per la quale il candidato più quotato resta il capogruppo Francesco Serra che completerebbe un puzzle in grado di soddisfare le esigenze di tutti. A questo proposito va segnalato che i consiglieri di minoranza hanno richiesto un Consiglio comunale straordinario per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio. La richiesta, firmata dai consiglieri Luigi Maria Buzzi e Gianluca Grancini (Fratelli d’Italia), Gianluca De Dominicis (M5stelle), Chiara Frontini (Viterbo 2020), Vittorio Galati ed Elpidio Micci (gruppo misto), Gianmaria Santucci (FondAzione), Giulio Marini, Antonella Sberna e Claudio Ubertini (Forza Italia), è stata inviata al vice presidente del Consiglio Mario Quintarelli e al segretario generale dell’ente Francesca Vichi. “I sottoscritti consiglieri – si legge nella nota – sono a chiedere, in base all’articolo 29 comma 2 del regolamento comunale, la convocazione del consiglio comunale con il seguente ordine del giorno: elezione del presidente del Consiglio comunale”. Adesso il vice presidente avrà 20 giorni per convocare la seduta.
La partita sulla giunta resta comunque ancora aperta e quindi soggetta ad ulteriori possibili aggiustamenti, ma lo schema di base non dovrebbe discostarsi molto da quanto appena enunciato. Si vedrà a stretto giro di posta, magari già mercoledì subito dopo la festa della Repubblica.