Due milioni e settecentomila visitatori in un mese. Anzi, come va di moda dire oggi “due-punto-sette-milioni”. Una città come Roma si è riversata, dal primo maggio scorso, ad Expo. I dati ufficiali sono stati diffusi ieri dall’organizzazione dell’esposizione universale di Milano, mettendo così fine a giorni di speculazioni giornalistiche – spesso pretestuose – proprio sulle presenze. “
“Questa affluenza pone Expo 2015 in una posizione di assoluta eccellenza rispetto alle ultime edizioni della manifestazione”, aggiungono i vertici. I biglietti venduti sono circa 15 milioni di qui alla chiusura del 31 ottobre, ed è probabile che aumentino, magari arrivando a quota 20 milioni.
Di questi 2.7 milioni, è ovvio, non tutti avranno avuto modo di vedere la Macchina di Santa Rosa, il simbolo di Viterbo che è piazzato all’esterno del padiglione di Eataly, ma è ragionevole pensare che almeno alcune centinaia di migliaia di persone abbiano avuto modo di ammirare Fiore del cielo. Comunque tanti, se si pensa che per un singolo Trasporto del 3 settembre si arriva a qualche decina di migliaia di spettatori per le vie della città, qualcosa in più se coincide con un giorno festivo.
Una vetrina eccezionale, dunque, secondo le previsioni. E l’interesse intorno alla Macchina non sembra scemare, visto che giornali e televisioni continuano ad occuparsene. L’apertura della mostra Tesori d’Italia, firmata da Vittorio Sgarbi e della quale il Campanile che cammina è parte integrante, ha anzi aumentato la visibilità. L’ultima, in ordine di tempo, ad occuparsene è stata Rainews24, il canale di notizie della televisione di Stato (il servizio è visibile ciccando qui).
Diverso il discorso per quanto riguarda le impressioni dei viterbesi in trasferta ad Expo. Alcuni hanno riportato impressioni entusiastiche. Altri si sono mostrati più scettici, anche se per la maggior parte si tratta di critiche costruttive e osservazioni interessanti. E’ il caso del racconto del professor Giuseppe Misuraca, insegnante di educazione fisica nelle scuole superiori e soprattutto presidente dell’Atletica Viterbo. Ecco cosa scrive della sua visita nel capoluogo lombardo: “Ho visitato recentemente insieme agli allievi dell’istituto Da Vinci di Viterbo, dopo la disputa a Desenzano del Garda dei campionati italiani studenteschi, l’Expo di Milano. Ho potuto verificare di persona la concretezza di alcune polemiche apparse di recente sui quotidiani e portali viterbesi, che ritenevano inadeguato lo spazio concesso alla Macchina di Santa Rosa tra le centinaia di padiglioni di tutto il mondo presenti all’interno dell’importantissima rassegna. Sono convinto che sarebbe stato difficile trovare una collocazione migliore, tra gli importanti padiglioni futuristici allestiti dalle varie nazioni del mondo presenti, ma a mio avviso qualcosa di più si sarebbe potuto e dovuto trovare. Ad esempio la posizione della stessa sarebbe
dovuta essere centrale e non laterale, nella via riservata ai ristoranti tipici delle regioni italiane e soprattutto ai suoi piedi non avrebbero dovuto realizzare un ristorantino che con le piante inserite copre tutta la visuale alla parte bassa della Macchina, non lasciando intendere che la struttura verrà poi trasportata dai facchini. Poche anche le notizie e le foto che illustrano la macchina e nessuna notizia sulla storia della stessa, nessun depliant e nessuno che potesse dare notizie e pubblicizzare l’evento del 3 settembre. Solo chi percorre la via proveniendo dal corso principale dell’Expo si accorge della macchina (che una guida mi ha aiutato a trovare dicendomi che è ‘la Macchina della Madonna’), mentre invece chi entra nei ristoranti, comunicanti tutti tra di loro, uscendo dagli stessi non si accorge di nulla, vista la sua altezza e la copertura con le piante della parte bassa. Mi sono fermato per più di un’ora per dare notizie ai pochi turisti che si sono accorti della macchina e che addirittura pensavano di essere di fronte ad un modello ingrandito di quella reale, impossibile da trasportare da parte di esseri umani. Non sono viterbese di nascita, ma di adozione, comunque mi sono sentito in dovere di dare notizie sull’evento che reputo ’eccezionale’ e che meriterebbe a mio avviso maggiore pubblicità e qualche investimento di più, con un ritorno sicuro su Viterbo e su tutta la Tuscia. Quale vetrina migliore di questa offerta dall’Expo, che resterà aperto fino ad ottobre, magari con qualche facchino presente vicino (con il vestiario tipico utilizzato) che possa dare notizie con l’ausilio di un maxi schermo con i filmati del trasporto? E’ un’idea”.
Intanto, dopo il successo del biodistretto della via Amerina e delle forre, protagonista a Milano nei giorni scorsi, prossimamente sarà un’altra creatura viterbese a calcare il prestigioso palcoscenico dell’esposizione: si tratta del festival di cultura digitale Medioera, che sarà ad Expo alla fine del mese. Senza contare le iniziative delle varie associazioni di categoria, da Coldiretti a Confartigianato fino a Cna. E naturalmente alle eccellenze del Lazio – primo tra tutti palazzo Farnese di Caprarola – presenti nel padiglione permanente della Regione.