15112024Headline:

Entra Cappetti mentre Insogna lascia la delega

Il nuovo entrato protagonista insieme a Taborri del consiglio comunale

Taborri tra i banchi della minoranza

Taborri tra i banchi della minoranza

Il primo giorno in aula della giunta rimpastata, e la prima volta del “surrogato” Massimo Cappetti (consigliere comunale per il Pd in luogo di Alessandra Troncarelli) comincia come al solito. In ritardo (primo appello alle 9.30 quando la convocazione era per le 9) e con la mancanza del numero legale. Si parte alle 10, allora, e la prima novità è la formalizzazione anche geografica del passaggio all’opposizione di Goffredo Taborri, detto Goffry. Il dottore si va a sedere sulla riva opposta del fiume, non è dato sapere se in attesa che il cadavere del nemico gli sfili davanti.

“Passo al gruppo misto – dice Taborri – e lascio anche la presidenza della commissione. Caro sindaco, due anni e mezzo fa fosti tu a cercarmi, a spiegarmi il tuo progetto di governo per questa città, e io ho ritenuto di darti fiducia, nonostante avessi pensato di non candidarmi più perché troppo anzianotto. Ma questa fiducia oggi è venuta meno. Non elenco tutti i motivi, si sappia solo che l’ultima goccia è stata il rimpasto. Il 28 maggio tu, sindaco, hai annunciato una giunta bella e pronta, a sette assessori. Poi ti sei rimangiato la parola, hai ceduto alla richiesta del Pd. Non sono un bambino capriccioso, farò un’opposizione giusta e moderata, e non escludo di votare quei provvedimenti che mi andranno a genio”. La chiusura è ispirata addirittura a Sciascia: “Sindaco, gli uomini si dividono in categorie: omini, mezziomini, ominicchi e quaquaraqua. Decida lei quale vuole essere”.

La replica di Michelini è gelida: “Le verifiche si sa come partono ma non come finiscono. Non debbo giustificarmi per questo. Oggi c’è un assessore in più, senza gravare sulle spese del Comune, ma acquisendo una professionalità esterna al servizio della città”. L’ultimo tassello per chiudere la verifica è per domani, quando si dovrebbe (il condizionale è d’obbligo in questi saloni) eleggere il terzo presidente del consiglio da quando è iniziata la legislatura. Martedì prossimo, invece, il consiglio straordinario sui rifiuti.

Massimo Cappetti, consigliere comunale del Pd

Massimo Cappetti, consigliere comunale del Pd

Poi tocca all’insediamento di Cappetti, classe 1962, impiegato alle Poste e molto conosciuto in città. Viene accolto dagli applausi e dal voto unanime sul nulla osta per il suo ingresso. Si piazza vicino alla veterana Daniela Bizzarri. Si presenta: “Sono di Viterbo, lo erano i miei genitori e i miei nonni. Perciò sono orgoglioso di sedere in questa aula e di mettermi al servizio dei miei concittadini. Il mio vecchio animo liberale mi impone comunque di raccomandare a tutti che si faccia molta attenzione alle scelte che si fanno qui. Da esse dipendono le sorti dei nostri figli, in un momento delicatissimo per tutti”. Un liberale nel Pd? Annamo bene.

Infine, ma non per ordine d’importanza, ieri è stata anche la giornata delle dimissioni di Sergio Insogna (Oltre le mura) da delegato allo sport. “Una decisione che avevo preso da tempo e che contiene una precisa richiesta al sindaco – dice il consigliere del Pilastro – Quella di nominare un assessore allo sport. E’ un settore troppo importante per essere affidato ad un delegato, che ha un potere limitato e vincolato sotto molti aspetti. Lo sport viterbese si merita un assessore”. Insogna invece si merita tanto di cappello per il gesto.

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