La crisi, dunque, è formalmente chiusa. Avverbio tutt’altro che casuale poiché la partita è ancora aperta visto che c’è da individuare e votare il nuovo presidente del Consiglio comunale. E non sarà passaggio facile né indolore. Intanto, vale la pena tornare sulle vicende della settimana appena trascorsa per qualche considerazione.
La nuova Giunta comunale sarà a 8. Quota raggiunta dopo un insopportabile balletto sui numeri al confronto del quale l’orticaria è un simpatico gioco di società. Bisogna scendere dalla soglia iniziale di 9: bene, benissimo. Allora 6 sarebbe una soluzione perfetta: in fondo, per una città di 60mila abitanti o poco più e con le deleghe distribuite ai consiglieri, non ci sarebbe gran bisogno di tante medaglie da appuntare sul petto. Via Fersini per ragioni personali, dimissionarie Valeri e Zucchi (non se ne sentirà la mancanza), si arrivava esattamente a 6. Già, ma c’era la necessità di accontentare gli appetiti di varie componenti. E allora si sale a 7: accordo fatto con tanto di comunicazione ufficiale del sindaco in Sala d’Ercole. Niente da fare: non basta. Per trovare la quadra bisogna aggiungere un’unità. Otto al prezzo di sette, però. Tanto per dire, Roma (3 milioni di abitanti) ha 12 assessori: in proporzione Viterbo dovrebbe averne 0,24! Un pezzetto di Alvaro Ricci… Impossibile, ovviamente, ma una seria cura dimagrante era auspicabile, anzi necessaria.
Magari, sarebbe stata l’occasione per fare finalmente una valutazione seria e approfondita sulla produttività e sulle capacità dei singoli. Siccome non c’è nessun medico che abbia prescritto l’assessorato come terapia, allora Michelini (sicuramente tenendo conto delle esigenze della maggioranza che lo sostiene: chi lo dimentica, vive sul pianeta Papalla…) avrebbe potuto metterci le mani con vigore, tagliando rami secchi che ancora oggi persistono nella sua Giunta. Si può dire che è stata un’occasione persa? Ormai però è andata, anche se resta uno spettacolo al quale tutti avremmo volentieri rinunciato.
I problemi, comunque, non sono affatto finiti. Perché manca il tassello presidenza del Consiglio. Dopo le dimissioni frettolose (alla luce di quanto è accaduto dopo) di Maria Rita De Alexandris bisogna trovare una figura in grado di mettere d’accordo tutti. E non sarà impresa semplice, considerati i precedenti e le contorsioni viste nel breve volgere di due anni. L’augurio è che si faccia presto e bene: lo chiede (e ne ha fortemente bisogno) Viterbo.
Buona domenica