Leonardo Michelini
Nel giorno in cui le piazze della città e delle frazioni saranno invase da una simpatica – quanto innocua – raccolta di firme di alcune parti dell’opposizione (supportate da altri movimenti politici), si aspetta una settimana fondamentale per le sorti dell’amministrazione Michelini. Perché nei prossimi sette giorni lo stesso sindaco e la sua maggioranza sono chiamati ad affrontare l’ultimo passaggio e a chiudere l’operazione rimpasto, iniziata ormai più di un mese fa.
Come? Con l’elezione del presidente del consiglio comunale, carica rimasta vacante dopo le sofferte dimissioni di Maria Rita De Alexandris (Viva Viterbo). Quando? Probabilmente non nel primo consiglio comunale utile, convocato per martedì mattina alle 9 (difficile che cominci puntuale, con questo orario…), che però vede all’ordine del giorno la solita raffica di interrogazioni, che si preannuncia intensa, visto che l’assemblea non si riunisce da tempo. Al primo punto dell’ordine del giorno, poi, c’è poi la surroga della consigliera comunale Alessandra Trocarelli (Pd), passata assessore e che verrà sostituita da Massimo Cappetti, primo dei non eletti tra i dem. Quindi, al secondo punto, l’elezione del nuovo presidente.
Per la maggioranza un ulteriore rinvio del punto a giovedì (secondo consiglio in calendario, ore 15.30) sarebbe ben accetto, visto che l’accordo sul nome da votare è ancora in via di definizione, specie all’interno di Oltre le mura. Dove i due consiglieri dissidenti, Insogna e Moltoni, sono intenzionati a dare battaglia sui possibili candidati (Ciorba, Simoni, Tofani).
Sullo sfondo – si fa per dire – resta la vicenda rifiuti. Che già da lunedì, sarà al centro della conferenza dei capigruppo, con all’ordine del giorno la richiesta di convocazione, arrivata dalla minoranza, di un consiglio straordinario sul tema e dell’istituzione di una commissione amministrativa. A proposito di commissione: sempre lunedì, alle 10.30, si deve scegliere il nuovo presidente della quarta, anche in questo caso per sostituire la Troncarelli e anche quello della terza, dove si è dimesso Taborri, che ha lasciato la maggioranza.
