La ricordate la storia del marito tradito che per fare dispetto alla moglie si evirò? Beh, è quello che accaduto sabato sera quando mezza Italia (quella bianconera) ha tifato per la Juventus e l’altra metà (multicolore) ha innanzitutto gufato e poi, visto che c’era, ha anche tifato per il Barcellona. Che poi era la cosa più semplice: gioca benissimo, quei tre là davanti sono l’incarnazione del calcio, Iniesta è uno straordinario campione, è giusto che Xavi lasci con una vittoria, Piquè è il compagno di Shakira (che canta benissimo e poi è una gran gnocca)… Chiacchiere: l’importante era che perdesse l’odiata Juve.
Non c’è da scandalizzarsi e neppure da arrabbiarsi: succede e succederà sempre. Perché il calcio è carnalità, è passione, è amore: che sono sentimenti e dunque non rispondono alle regole del raziocinio. Un minimo di logica avrebbe consigliato invece di augurarsi un successo delle squadre italiane (in Champions come in Europa League) per far progredire quel famoso coefficiente che stabilisce quanti posti spettano ad ogni nazione nelle competizioni europee. Discorso che interessa maggiormente proprio quelle squadre (tante, anzi tutte) che da anni competono in Italia solo per le posizioni di rincalzo (dietro la Juventus, of course). Invece no: muoia Sansone con tutti i filistei. Meglio tagliarsi gli attributi, così faccio un dispetto a tutti gli juventini. Dove c’è gusto….
Che, poi, è davvero singolare che il tifo per una squadra debba essere vincolato alle origini territoriali. Certo che un nativo di Siracusa o di Trento tenga per la compagine della sua città qualunque tipo di campionato disputi, ma ciò non esclude assolutamente che si possa tifare anche per il Milan o l’Inter o qualunque altra squadra della serie A. I napoletani hanno festeggiato la sconfitta dei bianconeri con i fuochi d’artificio: i soliti esagerati… Magari qualcuno dovrebbe ricordare a De Laurentiis, ai tifosi e soprattutto a Benitez il fallimento consumato nella stagione appena conclusa: “Ci può stare”. E ci sta pure che un allenatore che più perdente non si può venga premiato con la panchina del Real Madrid: i casi della vita… Almeno “Rodi” Garcia ha avuto il pudore di non pronunciare parola, visto che ogni volta che apre bocca spara fesserie sesquipedali che puntualmente non si verificano mai. Bisognerebbe ricordarle ad una ad una. Il fatto è che l’ambiente romanista corrode e manda in tilt anche un tecnico preparato come il francese, che ha avuto anche l’ardire di prendersela con la Lazio e Pioli che gli insidiavano (e con merito) il posticino in Champions. E ovviamente ha dimenticato come trattarono all’epoca Luis Enrique, ora celebrato come il messia.
A Berlino c’era in campo la Juve (e sugli spalti anche una pattuglia di viterbesi con tanto di maglietta celebrativa) che rappresentava se stessa e i suoi tifosi. Se avesse vinto ne avrebbe tratto vantaggio tutto il calcio italiano, ma è inutile cercare di spiegarlo: l’altra metà dell’italico tifo non lo ammetterà mai. Meglio crogiolarsi con le proprie sconfitte e i propri fallimenti. Come pure sarebbe stato ottimo per tutti che Fiorentina e Napoli (o almeno una delle due) arrivassero in finale di Europa League: chi ha tifato per Siviglia e Dnipro ha semplicemente sbagliato.
La Juventus è appoggiata dalla Fiat? Una balla. Sono anni che la società bianconera si regge solo sulle sue forze; ha avuto la lungimiranza di pensare per tempo ad uno stadio di proprietà ed ora ne coglie i frutti. Invece di rosicare e gufare, gli altri imparino qualcosa. La Juventus ha barato in passato? E’ vero, ma ha pagato con la retrocessione in B il suo debito sportivo. Ma gli altri (tutti, più o meno) ci hanno provato allo stesso modo. Moggi alla Roma e al Napoli era un sant’uomo, alla Juventus un delinquente: non sta in piedi. E gli aiutini? Discorso lungo, ma esiste una verità di fondo: se l’arbitro sbaglia per la Juve è un corrotto, se sbaglia a favore di altri commette semplicemente un errore. Viene da ridere….
Come che sia, è sempre meglio giocarla una finale e perderla contro una squadra fortissima, che vedersela in tv (e chissà per quanto tempo ancora) . Tiè. A tutti i non juventini.