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Centrodestra unito: spallata contro Michelini

Da sabato in 8 piazze di Viterbo e frazioni la raccolta di firme contro il sindaco

Si firma per chiedere le dimissioni del sindaco Michelini

Si firma per chiedere le dimissioni del sindaco Michelini

Si schierano occupando ogni posto libero, strapuntini compresi. Sono l’ex armata del centrodestra viterbese, quella che per venti anni non ha avuto rivali nel vincere ogni competizione elettorale possibile. Fatta eccezione per la Provincia conquistata da Mazzoli nel 2005, complice un’altra operazione di stampo fioroniano che portò Ugo Gigli dalla parte del centrosinistra, lasciando Battistoni con il cerino in mano e con un’elezione mancata al primo turno per il classico pugno di voti. E oggi l’ex direttore dell’Ater e il vice coordinatore regionale sono alleatissimi, ma questo è un altro discorso…

Insomma un vero e proprio esercito oggi diviso e frammentato in mille rivoli, fatto di partiti (pochi), movimenti, liste civiche, gruppi, gruppetti e gruppuscoli che rappresentano anche plasticamente le divisioni (e i contrasti) esistenti in quell’area che pure resta significativamente presente nella Tuscia e nel capoluogo. Per un giorno, ritrovano unità di intenti e comunione di interessi: da sabato prossimo raccolgono le firme per costringere Michelini a dimettersi. Gesto simbolico più che concreto, poiché non saranno sicuramente le firme raccolte a convincere il sindaco a lasciare Palazzo dei priori (eventualmente i fattori scatenanti potrebbero essere interni alla sua stessa maggioranza) e per il fatto che le mozioni si presentano, si discutono e si votano in Sala d’Ercole, non sulle pubbliche strade.

Tutti insieme (o quasi) appassionatamente per dire che i due anni di amministrazione del centrosinistra sono stati un fallimento, che le uniche cose che si stanno portando avanti (anche male) sono quelle iniziate dalla giunta Marini (i famosi 13 milioni di euro del Plus), che la qualità della vita dei viterbesi è peggiorata, che le tasse comunali sono aumentate e aumenteranno ancora, che il centro storico sta morendo (anzi è già morto), che il  termalismo resta un’utopia, che la sanità fa schifo, che non ci sono fondi per le rsa dopo i tagli della Regione… Il tutto racchiuso in un hashtag (che va tanto di moda): #tuttiacasa. Corredato da un manifesto di Michelini  e la dicitura “Spazziamolo via”, con chiaro riferimento alla recente e ancora in corso inchiesta sulla gestione del servizio di raccolta rifiuti.

Intanto non c’è la Lega di Salvini, rappresentata in loco da Umberto Fusco, e dei forzitalioti di rito battistoniano non si vede neppure l’ombra. Insomma, il partito che in queste settimane sembra cogliere i maggiori consensi candidandosi con il suo leader alla guida dell’Italia non si presenta (chissà se era stato invitato…), come pure non c’è traccia del vice coordinatore regionale (chissà se era stato invitato…). Come che sia, il riassunto è presto fatto: scontento generale, amministrazione cittadina al capolinea, perché divisa e lacerata da faide interne, oltre che telecomandata da persone che neppure siedono in Consiglio comunale. “Per di più guidata da un sindaco la cui parola conta poco e dura ancora meno, dalla mattina alla sera. Basti pensare all’impegno formale assunto in Sala d’Ercole di una giunta a 7, poi lievitata a 8. Per questo e soprattutto per il nulla prodotto in due anni, è il momento di dire basta”, sintetizza il fratello d’Italia Luigi Maria Buzzi (a proposito, auguri sinceri di pronta guarigione).

L'intervento dell'ex sindaco Giulio Marini (Forza Italia)

L’intervento dell’ex sindaco Giulio Marini (Forza Italia)

Gli interventi dei tanti convenuti toccano vari punti, ma il succo è sempre lo stesso: Michelini deve andare a casa. Giulio Marini, però, non perde l’occasione per riportare il discorso sulla questione rifiuti e sull’inchiesta della magistratura:  “Ci devono ancora far sapere – scandisce – la loro opinione sulla commissione d’inchiesta che abbiamo chiesto a gran voce per capire bene come sono andate le cose  e perché non sono stati i dovuti controlli. Io non ho paura. Anzi, voglio sinceramente che la questione venga dibattuta e approfondita”.

Si comincia subito a riempire i fogli per la raccolta delle firme. Partenza sabato prossimo (20 giugno) in 8 location. Dalle 8 alle 20 a San Martino al Cimino, Bagnaia, Grotte S. Stefano, S. Barbara, Piazza Verdi, chiesa del Suffragio; dalle 8 alle 15 in piazza della Repubblica e al Sacrario. Si proseguirà, visto il periodo feriale, almeno fino a S. Rosa. Federico Fracassini (Patriae) tiene a chiarire che il nome del movimento che fa capo all’ex leghista Flavio Tosi, sindaco di Verona, si scrive con il dittongo. Perfetto: magari faccia anche sapere se si tratta di nominativo plurale o dativo singolare, di vocativo plurale o anche di genitivo singolare. Così, per avere le idee più chiare…

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