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Centri storici e periferie: quale futuro?

Dagli architetti una pressante richiesta alla Regione: serve una nuova normativa

L'intervento del sindaco Michelini al convegno dell'Anp

L’intervento del sindaco Michelini al convegno dell’Anp

Su un punto sono tutti d’accordo (tecnici, amministratori, architetti): basta con il consumo del territorio. Perché di questo (ma anche di altro) si discute nel convegno, organizzato dall’Anp (Associazione delle nuove periferie) Lazio, presso la sede dell’amministrazione provinciale. Non c’è l’assessore regionale all’Urbanistica, nonché vicepresidente, Michele Civita e dunque i saluti istituzionali arrivano dal neo capogruppo del Partito democratico Riccardo Valentini, oltre che dal sindaco Leonardo Michelini e dal consigliere provinciale Mario Quintarelli. Presiede Raffaela Saraconi, architetto e assessore comunale all’urbanistica. Dunque, dove eravamo rimasti? Al territorio che, salvo casi eccezionali, non può più essere utilizzato per nuove costruzioni. E sul tema, non ci sono voci contrarie o dissenzienti. Anzi, l’opinione generale è che, dopo la grande abbuffata di cemento (spesso incontrollata e incontrollabile) degli anni scorsi, adesso si debba intervenire per porre rimedio ai guasti passati. Con una nota a margine tutt’altro che secondaria: “La Tuscia – sottolinea con vigore nel suo intervento il presidente di Anp Lazio, Enrico Giusto – non ha per fortuna gli stessi problemi della grande periferia romana, cresciuta a dismisura e disordinatamente”. “Proprio per questo – aggiunge Valentini – bisogna dire no a norme uguali per tutti i territori del Lazio. E siccome le leggi non si costruiscono dall’alto, ci aspettiamo contributi, consigli, suggerimenti e proposte da assemblee come questa”.

L'assessore comunale Raffaela Saaconi e l'architetto Giusto, presidente di Anp Lazio

L’assessore comunale Raffaela Saraconi e l’architetto Giusto, presidente di Anp Lazio

I prossimi passaggi calendarizzati alla Pisana riguarderanno nell’ordine: l’associazionismo comunale (anche perché è già prevista una premialità da parte del governo per i comuni che si consorzieranno: di fronte a soldi in arrivo, bisogna far presto), le incombenze derivanti dalla riforma Delrio, e successivamente la legge urbanistica. Ma c’è di più: “Entro il 2050, l’80% della popolazione mondiale vivrà nelle città. Ecco perché dobbiamo essere pronti con l’ambizione di dare una svolta importante”. Un contributo decisivo arriverà dalla commissione che sta lavorando sul testo unico dell’Urbanistica, presieduta dall’architetto Daniele Iacovone, ex dirigente della Regione Lazio: “L’obiettivo è di convogliare in questa testo la maggior parte delle tantissime leggi (una settantina dal 1972 ad oggi) emanate nel corso degli anni sulla materia. Non è un’impresa semplice, ma cercheremo di dotare gli enti locali di una normativa chiara e applicabile, entro la quale muoversi e che sappia tener conto delle nuove esigenze”.

L'architetto Daniele Iacovone

L’architetto Daniele Iacovone

Accanto, però, agli interventi di riqualificazione del tessuto periferico, deve procedere di pari passo la rigenerazione dei centri storici, peraltro uno dei punti qualificanti del sindaco Michelini che scandisce: “Si deve consumare meno suolo e recuperare ciò che è già stato costruito. Il mattone è cresciuto molto, ma la crescita si è fermata. Ora servono buona edilizia, buona urbanistica nel rispetto del paesaggio, della cultura, dei beni architettonici esistenti”. Impossibile non essere d’accordo, così come sulle proposte lanciate dall’assessora Saraconi: “Rigorosa salvaguardia dei territori non urbanizzati, riqualificazione della città storica e delle periferie”.

Tutto perfetto, tutto condiviso e condivisibile: non resta che passare dalla teoria alla pratica. A proposito, anche i recentissimi piani integrati nella zona dell’ex Consorzio agrario (in cantiere 100mila metri cubi di nuove abitazioni, 350-400 case, almeno mille abitanti) rientrano nei progetti di riqualificazione, non consumo del territorio e via di questo passo? Vedremo…

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