Ci voleva il caro, vecchio, calcinculo – la giostra che ha fatto vomitare, letteralmente – milioni di giovani italiani, per liberare dalle auto piazza Fontana Grande. Miracoli del calcinculo, certo, e miracoli di Caffeina numero nove, l’edizione che parte domani e che fino al 5 luglio scuoterà questa città nelle fondamenta e, si spera, anche nelle coscienze.
Perché il calcinculo? E’ l’ennesima provocazione culturale del dinamico duo composto da Filippo Rossi (direttore artistico) e Andrea Baffo (direttore esecutivo), il Batman e il Robin che da nove anni portano avanti il festival letterario, nato nel cortile di piazza San Carluccio come una piccola manifestazione estiva e diventato via via sempre più importante, conquistando spazi fisici (oggi prende l’intero del centro storico monumentale) e altri virtuali nel panorama culturale nazionale. Già, ma il calcinculo di piazza Fontana Grande (e quello per i più piccoli in piazza del Comune)? “Rappresenta la filosofia di Caffeina. La cultura alta e quella bassa, senza ostacoli né snobismi”, dice Rossi alla conferenza stampa di presentazione in sala d’Ercole. E poi fornisce gentilmente – e gratis – il titolo ai cronisti presenti: “Caffeina è questo: dal calcinculo a Ferzan Ozpetek”. Passando per Vecchioni e Mannoia, Capossela a Pierluigi Pardo, Farinetti e Carandini, due ministri della Repubblica (Franceschini e Giannini), autori, giornalisti, artisti, personaggi dello spettacolo. Un programma sterminato, con oltre 400 appuntamenti, che sarebbe inutile riportare ma che si può consultare sul sito del festival o attraverso l’applicazione per smartphone, utile anche per restare aggiornati su eventuali variazioni dell’ultim’ora, perché Caffeina è in movimento. Ma non basta, non finisce qui: ci sono gli eventi nel carcere di Mammagialla (“La cosa che ci dà il senso di quello che facciamo”, dice Rossi), il villaggio Sloow food, il Senza Caffeina. E ancora, tutto un mondo che gira intorno: i volontari (i volontari son tutti giovani e belli), gli sponsor, gli artisti di strada, le collaborazioni locali e nazionali, quest’anno anche con gli studenti del Distu dell’università della Tuscia.
Rossi gigioneggia parecchio, d’accordo, gli altri direttori vanno più sul concreto. Giorgio Nisini comanda la parte letteraria, Giancarlo Necciari è a capo del Jazz-up (a piazza San Carluccio, musica e giornalismo, Annalisa Canfora si prende cura della parte teatrale, con un lavoro specifico, da quest’anno, intorno agli spettacoli e alle letture.
Infine, le benedizioni istituzionali. Quella dell’assessore alla cultura Delli Iaconi: “Caffeina è la manifestazione più importante della città e la città oltre ad usufruirne passivamente deve dimostrare di tenerci. Come? Andandoci, certo, ma sostenendola come può a seconda dei ruoli”. Il sindaco Michelini: “In queste nove edizioni Caffeina ha cambiato profondamente le abitudini di questa città. Prima non usciva nessuno la sera, alle sette e mezza il corso era vuoto. Oggi è un delirio. Avete affrontato la cosa in modo spavaldo, rivoluzionario, e avete creato un punto di riferimento. Ho come l’impressione che senza Caffeina non sarebbero nate tante altre attività che oggi prosperano. Voi l’avete inventata, altri l’hanno saputa declinare. E’ stata un’iniezione di coraggio, e ora va supportata e aiutata a crescere ancora, perché se non si continua a crescere si cala”.
E il calcinculo gira, gira, gira. Prossima fermata: la decima edizione dell’anno prossimo. Mamma mia.