Ogni santissimo anno succede la stessa cosa. Che, tra l’altro, si concentra giocoforza a cavallo tra la primavera e l’estate. Partono i cantieri, e parallelamente a quelli edili, si attacca anche a lavorare i terreni dediti all’agricoltura. Ed in men che non si dica, ecco il dolorosissimo susseguirsi di morti bianche.
L’ultima vicenda di questo tipo è avvenuta durante il weekend appena passato. Ad andarsene prematuramente è stato Luciano Pacioni. Sessantaduenne valentanese, impegnato nel suo lavoro quotidiano a Pescia Romana. L’uomo si trovava in un cantiere, stava realizzando le fondamenta di un nuovo edificio. Il terrapieno sul quale si poggiava col suo mezzo è franato. Un volo di ben quattro metri, e la caduta in fondo allo scavo.
Le sue condizioni sono apparse immediatamente molto critiche. A nulla è valsa la corsa contro il tempo del 118, arrivato in elicottero. Il decesso è stato registrato all’ospedale Gemelli di Roma, un paio d’ore dopo.
“Questa è la quinta vittima dell’anno tra i cantieri – esordisce Stefano Macale, segretario regionale Cisl, sponda Filca – tutto ciò è inammissibile, bisogna intervenire. E di corsa”.
E se ne era parlato già poco tempo fa dell’argomento. Quando proprio il sindacato di cui sopra si era esposto, preventivamente e conoscendo bene certe tristi abitudini, con un comunicato esortativo inviato dal rappresentante provinciale Fabio Turco. “Torniamo ora a chiedere degli interventi rapidi – prosegue comunque Macale – per rafforzare i controlli. Maggiori risorse per la prevenzione e per la formazione, più investimenti e personale ispettivo per la lotta al lavoro nero ed alle irregolarità. Controlli e sanzioni”.
Ecco quindi un nuovo disperato appello. Che si basa semplicemente sui numeri. Dal 2003 infatti, nel Lazio, ben 182 operai ci hanno rimesso la vita. E la precarietà del lavoro, che ormai si basa su contratti rapidi (e quindi sull’assunzione di personale spesso non troppo qualificato, o semplicemente non munito delle giuste attrezzature di sicurezza), pare sia destinata ad allargare la forbice. “Come si fa a non modificare la legge Fornero sull’età pensionabile? – chiude Macale – Molti incidenti, come quello di Pescia, coinvolgono gente di oltre 60 anni. È assurdo che a quell’età si debba ancora essere impiegati in edilizia”.