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Il principe Andrea: “Viva l’Inghilterra”

Da agosto scorso, l'ex consigliere comunale si è trasferito con moglie e figli a Cambridge

Andrea Scaramuccia dalla scorsa estate si è trasferito a Cambridge

Andrea Scaramuccia dalla scorsa estate si è trasferito a Cambridge

Fuori dalla mischia. In tutti i sensi: fisicamente e, ormai, anche culturalmente. Andrea Scaramuccia, viterbese doc, un passato anche nella politica attiva in area centrodestra (più destra che centro), da agosto dell’anno scorso ha cambiato vita. Con moglie e 3 figli si è trasferito a Cambridge in Inghilterra. Sì, proprio la cittadina (si fa per dire: 124mila abitanti, il doppio del capoluogo della Tuscia) sede di una delle più antiche e prestigiose università del mondo.

In questi giorni è rientrato a Viterbo e così, pur essendo iscritto nelle liste elettorali inglesi, non ha potuto partecipare ieri alle elezioni politiche nel Regno Unito. Ad ascoltarlo si ha fortissima la voglia di mollare tutto e andarsene da un’altra parte, magari anche in Inghilterra. “Sono andato via – attacca – perché non ne potevo più di vivere in uno Stato che non tutela i suoi cittadini, che massacra con le tasse, che punisce chi cerca di fare qualcosa. In questa gabbia di matti non ci volevo più stare”.

E che cosa ha scoperto?

“Un mondo completamente diverso. E migliore”.

Qualche esempio?

“Cominciamo dalle tasse. Si paga il 20%, rispetto al 58% che pagavo in Italia. E i contributi per i dipendenti ammontano al 13%. Qui un lavoratore che percepisce mille euro al mese, in realtà costa all’azienda 1800: in Inghilterra 1130. Con la conseguenza che, al di là delle pesantissime sanzioni previste,  non c’è alcuna convenienza a tenere lavoratori in nero”.

Mica male come motivazione…

“Non solo. Lo Stato inglese, a me che ho 3 figli e non supero il reddito di 50mila sterline annue, cioè 70mila euro, dà 200  sterline al mese come contributo; in più mi vengono rimborsate 4000 sterline l’anno. In tutto sono 6400 sterline, a fronte di una tassazione che è al 20%. Devo andare avanti?”.

E’ proprio il caso.

“La scuola è totalmente gratuita: libri, quaderni, matite, penne… Qui bisognava portarsi la carta igienica da casa. E ogni alunno ha il suo ipad. I miei figli più grandi (il terzo ha solo 9 mesi)  non hanno alcuna voglia di tornare in Italia, se non per le vacanze”.

Uno stato sociale che funziona e, forse, costa di meno…

“Questo non lo. Di certo ci sono attenzioni che qui nemmeno immaginiamo e sicuramente è un sistema più tutelante. E le pensioni? Lo Stato paga a tutti indistintamente 150 sterline a settimana, che non è una gran cifra. Se uno vuole integrarla, ci deve pensare da solo. E sono tutti d’accordo: destra, sinistra, centro. Funziona così e devo dire che funziona bene”.

E la politica?

“Se fossi stato lì, avrei dato il mio voto ai liberal – democratici di Nick Clegg, vice premier in carica”.

Una suggestiva veduta di Cambridge

Una suggestiva veduta di Cambridge

Torniamo all’Italia.

“Ma è ancora politica quella che si fa da noi? All’estero Renzi viene percepito come un gran chiacchierone, per non dire altro… E per Berlusconi era la stessa cosa. Basta vedere le campagne elettorali inglesi: pochissimi contributi pubblici ai partiti, qualche lettera nella cassetta della posta, soprattutto dei laburisti, e pochissimo altro. I comizi? Non sanno nemmeno che cosa sono. Quando ho detto al sindaco di Cambridge che mi ero iscritto nelle liste elettorali, non mi ha chiesto nemmeno di votarlo. Proprio come a Viterbo dove il minimo è ‘dammi una mano’. Qui funziona ancora l’equazione ‘asfalto la strada=prendo i voti’. Dilettanti allo sbaraglio. “.

Ma segue le vicende politiche locali?

“Sempre e con attenzione”.

Che idea si è fatto?

“Che sono riusciti a distruggere il centrodestra, che è poi è la mia parte. Sono stati giustamente cacciati via perché hanno pensato solo a proteggere l’orticello personale, ai piccoli interessi di bottega. E si sono dimenticati dei cittadini che infatti li hanno puniti. In Inghilterra chi evade le tasse va in galera e ci rimane a lungo; da noi li portano in Parlamento…”.

Che attività svolge a Cambridge?

Andrea Scaramuccia quando era consigliere comunale a Viterbo

Andrea Scaramuccia quando era consigliere comunale a Viterbo

“Continuo  con i corsi di inglese e ho aperto un ristorante di piatti tipici italiani che sta andando molto bene. Chiudo la mia agenzia di Viterbo perché lo Stato italiano ha deciso che non posso venderla a meno 90mila euro, cifra che è decisamente fuori mercato: l’anno scorso i bilanci hanno segnato un attivo consistente.  Tre persone vanno a casa e si perde un’altra attività. Questa è la situazione. Ne volete sapere un’altra?”.

Ormai ci siamo…

“Ho proposto di aprire a Cambridge un punto vendita con i prodotti tipici viterbesi. Ho parlato con Rossi, Barelli, Michelini, Merlani della Camera di commercio. Non mi hanno neanche risposto. Eppure, visto che ormai conosco un po’ la realtà inglese, le cose funzionerebbero e ci vorrebbe davvero poco”.

Nostalgia dell’Italia?

“Sono italiano e sono orgoglioso di esserlo. Ma sono anche profondamente amareggiato”.

Cucina anche?

“No, c’è lo chef per questo.  Magari lo faccio per me perché io la carbonara con la panna, come la vogliono gli inglesi, non la mangio. Statene certi”.

In bocca al lupo, Andrea.

 

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