“Inizia dall’inizio e va avanti finché non arrivi alla fine, poi fermati”. Con questo saggio consiglio di Lewis Carrol, inizia lo spettacolo “Alice in città”, tratto liberamente dal capolavoro della letteratura mondiale “Alice nel paese delle meraviglie”, in programma venerdì 29 maggio, alle ore 21, presso il complesso Ex Eca di Viterbo (in via della Volta buia), con replica il giorno successivo, venerdì 30 sempre alle 21, nel quartiere di San Pellegrino, con partenza da piazza San Carluccio.
Il lavoro è la rappresentazione finale e itinerante del laboratorio di teatro integrato 2014/2015 che si è svolto all’interno centro socio riabilitativo diurno “Aperta…Mente”, gestito dal Comune di Viterbo, in collaborazione con l’unità operativa Disabile adulto della Asl, l’associazione Amici di Galiana e con la cooperativa Gli anni in tasca.
Alice in città è uno spettacolo che vale la pena di essere visto per almeno due buoni motivi: per il suo carattere itinerante e per il fatto che la scena sarà animata da attori non professionisti, utenti e operatori del centro diurno, sintetizzando al meglio e in maniera suggestiva il concetto di teatro integrato.
La regia della rappresentazione è stata curata da Francesco Cerra della compagnia teatrale Tetraedro.
“Alice in città – spiega Francesco Cerra – è un viaggio nel vasto mondo del sogno e dell’avventura, un tuffo in un abbisso onirico all’interno del quale non valgono le regole della realtà, il presente esiste, ma è solo un sogno ad occhi aperti. Alice è la prima bambina della letteratura ad ignorare ogni regola: non è volontariamente trasgressiva, ma oniricamente libera. Compie un viaggio di ricerca, di esplorazione o di semplice fuga, che procede di tappa in tappa senz’altro scopo se non quello di fornire incontri interessanti che definiscano l’identità della protagonista e la nostra. Ma non esistono programmi o punti di arrivo: che si vada a destra o a sinistra, il percorso è sempre in avanti. Ecco perché ci è sembrato un testo giusto all’interno del quale far esprimere liberamente gli utenti del Centro diurno ApertaMente e, con loro, numerosi attori dilettanti”.
Ma cosa c’è dietro quella porta? E dentro quel giardino? “Se credete di non avere la chiave giusta per entrarci – conclude Cerra – , basterà girare l’angolo. E se vi verrà paura, fischiettate. Poco importa se la musica verrà fuori tutta stonata”.