Due sindaci e tredici associazioni ambientaliste in prima linea per chiedere a Governo e Regioni di impedire la realizzazione di impianti eolici in zone di particolare pregio artistico e storico. Ieri, a Monteciotio, conferenza stampa del primo cittadino di Tuscania Fabio Bartolacci (e del suo collega di Orvieto, Giuseppe Germani) per ribadire un fortissimo no all’installazione di enormi pale (alte fino a 180 metri) che andrebbero ad impattare con conseguenze devastanti la medievale Chiesa di San Pietro a Tuscania e il Duomo di Orvieto. In queste due località è imminente il rischio che si realizzino due progetti di impianti eolici inaccettabili perché troppo invasivi e collocati nel posto sbagliato. Tali progetti minacciano di stravolgere paesaggi pregiati, alterandone fortemente la percezione sociale e compromettendone la bellezza e il paesaggio che le circonda. Le due chiese sono capolavori identitari della storia e della cultura del nostro Paese. Tra le conseguenze inevitabili, ci sarebbe anche il prevedibile e irreparabile danno che l’alterazione del paesaggio comporterebbe all’attrattività culturale e turistica delle due aree che in essa hanno avuto sinora un importantissimo fattore di sviluppo economico. In porima anche le associazioni Amici della Terra, AssoTuscania, CTS, Comitato per la Bellezza, FAI, Italia Nostra, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness, Pro-Natura, Forum Salviamo il Paesaggio, Touring Club Italiano, WWF.
“Abbiamo presentato e firmato – interviene Fabio Bartolacci – un documento comune che impegna il Mibact e soprattutto le Regioni Lazio e Umbria ad impedire questo tipo di devastazione del territorio. Abbiamo ricevuto rassicurazioni che non saranno concesse autorizzazioni in merito, ma è bene tenere sempre molto alta la guardia. Purtroppo, l’assenza di una normativa precisa e vincolante permette di aggirare spesso gli ostacoli. Le amministrazioni locali e i cittadini tutti devono stare sempre con gli occhi ben aperti per impedire colpi di mano”.
“A Tuscania – continua – era stato concesso il permesso di coprire 500 ettari di terreno con pannelli fotovoltaici. Per fortuna, siamo arrivati in tempo e abbiamo impedito che questo scempio fosse compiuto. Ma immaginate come si sarebbe negativamente trasformato il paesaggio, coperto da una distesa di pannelli? Lo stesso discorso ripetiamo per il complesso monumentale di San Pietro che costituisce un altro fiore all’occhiello del nostro comune. Insomma attenzione sempre alta e istituizioni decise ad impedire che il territorio venga massacrato inesorabilmente”.
A Tuscania (e a Orvieto) comunque non è in discussione il tema degli impianti eolici in quanto tali, bensì un grave esempio di mancata armonizzazione tra le tutele che derivano dagli articoli 9 e 32 della Costituzione. Questi recentissimi casi rimandano senz’altro alla necessità di una più ampia riflessione sulla normativa di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio italiano, troppo spesso disattesa. Esiste tuttavia un’emergenza, un rischio concreto e imminente corso da due dei luoghi più belli d’Italia, che va affrontato e risolto con urgenza anche in nome della Costituzione italiana, della Convenzione Europea del Paesaggio e dell’importanza che il paesaggio storico-artistico riveste nella dimensione identitaria di territori e comunità umane, riprendendo anche quanto richiamato dal sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni. I sindaci e le associazioni firmatarie, pur nella diversità delle posizioni sul tema delle energie rinnovabili, chiedono con forza che questi due progetti vengano bloccati. Sono progetti inopportuni, comunque li si voglia considerare, privi di rispetto per le radici della nostra cultura e della nostra storia. Questo è il forte appello congiunto che viene lanciato al Mibact e alle Regioni Lazio e Umbria perché adottino gli strumenti necessari per impedire senza altro indugio i progetti eolici di Tuscania e Orvieto, salvando l’identità di questi splendidi luoghi.