Se non fosse per Talete… Già, se non ci fosse Talete con 4 milioni di crediti che il Comune vanta e che è assai difficile che potrà mai incassare (con tutto l’ottimismo possibile e immaginabile), il bilancio 2014 di Palazzo dei priori si sarebbe chiuso con un sostanziale pareggio. Nonostante tagli, mancati trasferimenti, mancati introiti (a partire dalla famigerata Imu agricola). E invece, i conti sono in rosso. “Ma li abbiamo messi in sicurezza – interviene subito l’assessore al bilancio, Luisa Ciambella – applicando una norma transitoria del 4 aprile scorso che permette appunto alle amministrazioni locali di spalmare in 30 anni i crediti non facilmente esigibili”. Vale la pena scendere un po’ nel dettaglio per comprendere bene di che cosa si tratta. “Nei bilanci comunali – spiega la vice sindaca – da tempo risultavano crediti vantati dal Comune nei confronti della società di gestione idrica integrata. La cifra è arrivata, appunto, a circa 4 milioni di euro. Sono soldi che risultano nella colonna degli attivi, ma sono soldi che non solo non mai stati fisicamente presenti in cassa ma che soprattutto con ogni probabilità non lo saranno mai. Tutti ci auguriamo e siamo convinti che Talete saprà tirarsi fuori dai guai e che potrà proseguire la sua preziosa attività in serenità, ma – facendo i debiti scongiuri – se accadesse qualcosa di imponderabile e quella società andasse incontro ad ulteriori difficoltà? La conseguenza sarebbe che il Comune si ritroverebbe con un buco pari all’intera somma. Il che significherebbe semplicemente dover dichiarare immediatamente fallimento. Quattro milioni di euro costituiscono una somma che il Comune di Viterbo non può permettersi senza conseguenze assai gravi”.
Ecco quindi l’esigenza di dilazionare il credito su più annualità, esattamente un trentennio. “In questo modo – aggiunge l’assessore Ciambella – già a partire dal bilancio 2015, sparirà dai crediti quella somma globale, che sarà divisa: 120mila euro all’anno. Non sono, come si suol dire, bruscolini ma è certamente una cifra che possiamo sopportare con maggiore facilità. E’ stata una scelta coraggiosa e responsabile per mettere in sicurezza i nostri conti anche per il futuro”.
La Giunta comunale, la scorsa settimana, ha anche approvato una delibera per effettuare una ricognizione puntuale sui residui attivi e passivi. “Non voglio accusare nessuno – aggiunge Ciambella – ma qui si sta parlando di somme che risalgono anche a 18-19 anni fa. Inutile e controproducente continuare a portarsele dietro (e si parla di circa 14 milioni di euro) perché sono soldi non più disponibili e che hanno soltanto la conseguenza di appesantire inutilmente il bilancio. Con questa opera di pulizia, ci avviamo verso quello che tecnicamente si definisce bilancio di cassa pura. Che si traduce in un fatto molto semplice: se ci sono soldi, si possono spendere, altrimenti non se ne fa nulla”. E gli investimenti? “Nonostante le note difficoltà – sottolinea Luisa Ciambella – l’anno scorso abbiamo investito circa 9 milioni di euro. Il vero problema, per Viterbo come per tutte le amministrazioni pubbliche italiane, è la spesa corrente. Che è incomprimibile in larga parte e che assorbe moltissime risorse”.
Qual è la situazione per il 2015? “Intanto l’approvazione del bilancio – conclude la vice sindaca – è slittata dal 31 maggio al 30 giugno. La situazione è perfettamente conosciuta da tutti e, al momento, non si vedono segnali da parte del Governo di inversioni di tendenze. Dunque, bisognerà ulteriormente tagliare e razionalizzare le spese. Fermo restando che la tutela continuerà ad essere massima verso le fasce meno abbienti, ci muoveremo nell’ottica che chi più ha, più deve contribuire. E’ un’esigenza di equità sociale che, in un momento di difficoltà, ancor di più deve ispirare l’azione di amministratori seri ed equilibrati, come noi vogliamo essere”.