Rifiuti da Roma. Ma pochi, e per poco tempo, almeno così assicurano dalla capitale. Da questa settimana, a quanto scrive Il Messaggero, in cronaca di Roma, citando fonti dell’Ama, l’azienda municipalizzata per l’ambiente.
E’ una delle soluzioni varate per risolvere l’emergenza che in questi giorni sta colpendo la città eterna, letteralmente invasa dai rifiuti a causa di alcune circostanze. Prima, agli impianti fuori regione che accoglievano il Fos (frazione organica stabilizzata) prodotto dai romani, e poi a causa del mancato ritiro da parte di Colari (il consorzio romano rifiuti, azienda riconducibile all’avvocato Manlio Cerroni) di una quota di rifiuti “al di sotto delle sue normali capacità”. Accuse che lo stesso sindaco Marino ha fatto pubblicamente.
Per tornare alla normalità, dunque, occorre tempo e misure speciali. Da ieri è tornato in azione il tritovagliatore di Rocca Cencia, altri centri hanno aumentato i ritmi, si parla di provvedimenti urgenti per requisire altri impianti, ma non basta. Ecco allora la soluzione Viterbo, con i rifiuti che finiranno al centro di trattamento di Casale Bussi, sulla Teverina. “Una piccola quota e per un periodo di tempo limitato”, assicurano ancora dalla capitale. Staremo a vedere se sarà davvero così, intanto vale la pena ricordare come il problema si sia già verificato in passato, ad inizio 2014 per esempio in seguito alla deflagrazione dello scandalo regionale sulla mondezza: allora lo stesso Comune di Viterbo impiegò diverse settimane solo per verificare la presenza dei rifiuti romani in discarica.
Stavolta il sindaco Leonardo Michelini è reattivo: “Intanto la cosa va verificata – dice il sindaco a Viterbopost – e mi auguro che anche i nostri consiglieri regionali svolgano il loro ruolo, visto che il Comune non ha competenze in materia di rifiuti. Poi va anche verificato se i rifiuti vengano portati a Casale Bussi soltanto per il trattamento e poi trasferiti altrove, oppure se finiscano nella nostra discarica. Sono due cose diverse. Nel primo caso, sarebbe il male minore anche perché avrebbe risvolti positivi dal punto di vista economico e di solidarietà considerando anche i problemi che sta vivendo Roma; nel secondo ovviamente no, perché ne risentirebbero i limiti di capienza della discarica. E a quel punto saremmo i primi ad attivare tutte le procedure del caso, in ogni sede, per fermare il conferimento”.