Il faccia a faccia davanti al segretario regionale è rinviato. Ergo: il Partito democratico viterbese ha ancora qualche giorno per cercare di risolvere le sue questioni a livello locale prima del redde rationem a Roma. Il confronto al cospetto del segretario regionale Fabio Melilli (corrente Franceschini) era in programma per questo pomeriggio alle ore 14.30, ma per una serie di ragioni è slittato a mercoledì 27 maggio.
Viterbopost ne aveva anticipato la data, e i nomi dei convocati: il segretario provinciale Andrea Egidi (una presenza formale, la sua, visto il ruolo e l’estraneità alla polemica) e soprattutto il capogruppo in consiglio comunale Francesco Serra e il segretario dell’Unione comunale Stefano Calcagnini. Proprio gli ultimi due – il primo ex renziano e ora panunziano, il secondo fioroniano a dodici carati – erano finiti nell’occhio del ciclone negli ultimi giorni. Calcagnini, con la sua prova di forza nello sfruttare l’Unione comunale come organo di indirizzo per la linea che i democratici devono (o dovrebbero) seguire in consiglio comunale, Serra invece come capofila dei dissidenti (in maggioranza in consiglio) che invece rivendicano, numeri alla mano, libertà di azione e di giudizio in sala d’Ercole. Di qui la convocazione di Melilli, richiesta – a quanto pare – da entrambe le parti e già fissata da giorni. Benché lo stesso Calcagnini, appena ieri, aveva candidamente confidato ad un quotidiano locale di “non essere al corrente della data esatta della convocazione romana”. Evidentemente perché non era ancora stato convocato (lo ha saputo ieri mattina), né si fidava troppo dell’anticipazione di Viterbopost. Peggio per lui.
Invece l’appuntamento era in agenda per oggi. Poi gli impegni di lavoro di Serra (stimato cardiologo e dunque soggetto a reperibilità a Belcolle) hanno fatto slittare il vertice alla prossima settimana. Mercoledì, per la precisione. E stavolta sarebbe il caso che Calcagnini si segni la data sull’agenda. Così, giusto per non dare buca. E magari anche per non fare un assist a tutti quelli che, dalla segreteria regionale del Pd, continuano a sussurrare alla stampa: “Il problema del partito a Viterbo? E’ Fioroni”.