Pagare le proprie pendenze con puntualità è un dovere per chi ha contratto un debito, ma è anche un diritto per chi deve ricevere quel danaro e che magari ha a sua volta contratto impegni che potrebbe non essere in grado di onorare. Un meccanismo perverso che ha già messo in ginocchio moltissime aziende (lo Stato, tanto per dire, è un pessimo pagatore…) e che rischia di mandare ancora di più in crisi diverse realtà imprenditoriali. Non è migliore la situazione per quanto riguarda la situazione tra privati con un dato fortemente preoccupante che balza subito agli occhi: dal 2010 ad oggi il numero di chi paga con un ritardo superiore ai 30 giorni è cresciuto del 200,9%. E contemporaneamente sono in calo del 14,2% le imprese con ritardi entro 30 giorni dalla scadenza e in diminuzione del 22% i buoni pagatori.
Nella speciale classifica della puntualità nei pagamenti commerciali le imprese della provincia di Viterbo si posizionano al primo posto nel Lazio: il 30,8% ha infatti saldato puntualmente le fatture ai fornitori, il 48,2% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati, il 21,1% oltre i 30 giorni. Una performance migliore della media regionale (25,8% di pagamenti puntuali) ma peggiore di quella nazionale (36,3%). DA segnalare, in linea con l’andamento nazionale già menzionato, il peggioramento dei ritardi gravi, passati in 5 anni dal 5,8% del 2010 al 21,1% attuale.
È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da Crisis D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese laziali del nel primo trimestre 2015. Dopo Viterbo nella classifica delle province più puntuali c’è Rieti (26,3%), Frosinone (25,9%), Roma (25,5%). Chiude Latina, con solo il 24,3% di pagamenti alla scadenza a fronte di un 22,1% di ritardi gravi.
A livello regionale il Lazio ha mostrato difficoltà nei pagamenti commerciali. Solo il 25,8% delle imprese laziali ha infatti saldato puntualmente le fatture ai propri fornitori, mentre il 50,7% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 23,5% con un ritardo oltre i 30 giorni. Il Lazio inoltre mostra una performance di pagamento inferiore sia alla media italiana (36,7% di imprese puntuali, 15,7% di imprese oltre i 30 giorni di ritardo), sia a quella del centro del Paese (31,5% di imprese puntuali, 18,5% oltre i 30 giorni di ritardo). Nel contempo, sempre rispetto a 5 anni fa appaiono in calo del 14,2% le imprese con ritardi entro 30 giorni dalla scadenza e in diminuzione del 22% i buoni pagatori.
In relazione alle diverse tipologie di dimensione aziendale, il Lazio si caratterizza per una certa omogeneità nei ritardi oltre i 30 giorni che vanno dal 15,7% nelle medie imprese al 25% nelle micro realtà. Nei pagamenti puntuali, invece, “primeggiano” le micro imprese con una concentrazione del 27,2%, ma si tratta di valore decisamente inferiore a quanto osservato a livello nazionale (36,3%). Il settore economico che mostra le maggiori criticità è il Commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere: solo il 20,6% delle imprese del comparto è puntuale, mentre il 32,8% salda i fornitori con grave ritardo. Si distinguono in positivo invece i Servizi finanziari con il 30,2% di imprese puntuali.
“Il Lazio mostra performance di pagamento inferiori alla media italiana e vede le sue imprese in difficoltà nel gestire i pagamenti verso i fornitori: a preoccupare maggiormente sono i ritardi gravi che colpiscono circa un’impresa su quattro – commenta Marco Preti, amministratore delegato Crisis D&B -. Durante la crisi le aziende hanno vissuto un forte cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e ora è possibile tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato, le aziende operano oggi in un ambiente più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”. Le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole – conclude Preti – le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”.