Dalla consigliera comunale Melissa Mongiardo riceviamo e pubblichiamo:
Dispiace vedere come all’ennesima – malaugurata – crisi di maggioranza, facciano prima a rincorrersi a mezzo stampa le schermaglie tattico politiche che le proposte concrete per poter superare un momento cruciale per la nostra amministrazione.
All’indomani delle elezioni provinciali – momento più temuto che atteso, caricato da ciascuna delle parti in commedia di non ben precisate aspettative – si è vertiginosamente incrinato un equilibrio che evidentemente era più precario del previsto.
Fa male vedere come purtroppo, all’inconsistenza del confronto politico si sopperisca con una sistematizzata denigrazione dell’avversario che, come ormai amaramente sta diventando prassi, è sempre più spesso il compagno (non nell’accezione ideologica del termine) di partito o di maggioranza.
Il conseguente risultato è che una fase delicata come quella che stiamo vivendo venga – in virtù di una scomposta raffica di proclami – ridotta e riprodotta dagli osservatori della politica, dai giornali, dai cittadini come una mera guerra di posizionamento e di correnti che traduce all’esterno l’idea di essere impegnati a fare politica non nell’interesse di qualcuno (i cittadini) ma contro qualcun altro che con te è chiamato ad amministrare.
E mentre le cronache cittadine sono – per colpa certo di un nostro atteggiamento – impegnate a capire a quale area politica afferisce questo o quel consigliere per stabilire da quale lato pende il piatto della bilancia, la politica – nel senso aristotelico del termine – non si è mai affacciata nel dibattito e la città è qualcosa di molto nebuloso che rimane sullo sfondo.
Se, a due anni dal nostro insediamento, proviamo ad uscire per strada e a chiedere ad un qualsiasi cittadino cosa ricorda del nostro operato, sono amaramente certa che prima delle considerazioni di natura politico – amministrativa sulla città, alla sua mente accorreranno i dissidi e la schermaglie interne della maggioranza, solo in un secondo momento poi tutto il resto. E di questo, senza che nessuno di noi si senta in qualche modo assolto, siamo tutti responsabili.
Siamo certi che portando lo scontro al calor bianco sarà possibile – a prescindere da quelli che saranno i nuovi equilibri di Giunta che il Sindaco valuterà con i gruppi consiliari – tornare a lavorare coesi con un progetto condiviso da tutta la maggioranza?
Con quale volto e con quale posizione intendiamo presentarci di nuovo domani davanti ai cittadini?
C’è la necessità di una verifica, ma di una verifica vera sui problemi della città; capiamo quali sono i punti su cui vogliamo impegnarci a costruire il cambiamento promesso a quei viterbesi che hanno deciso di riporre in noi la loro fiducia, perché oggi quelle promesse le stiamo disattendendo prestando il fianco a banalità che ci distraggono dal nostro vero obiettivo: Viterbo.
Se siamo tutti davvero convinti che la nostra esperienza debba proseguire troviamo una sintesi reale e condivisa su pochi punti incisivi dai quali ripartire, senza cercare di tirare fuori la luna dal pozzo, ma con l’umiltà di chi ha il dovere di agire nell’interesse dei cittadini.
Decidiamo insieme dove vogliamo andare e perché, ma decidiamolo una volta per tutte scongiurando il rischio di trovarci ancora ad un altro malaugurato giro di boa.
Basta osservare l’attività della Giunta e della maggioranza dal buco della serratura e declinare tutto ad una gara di “poltroniadi”.
Scegliamo come chiave di lettura della fase l’occasione per ripensare a quale progetto abbiamo per la città, ripartendo magari proprio dai primi punti inesauditi del nostro programma: dallo studio per il recupero delle fontane, dal lavoro intrapreso sul centro storico, dalle frazioni ancora non innestate nel tessuto della città; da tutto ciò che è alla nostra portata e che può rendere migliore la quotidianità di ogni cittadino.
Se così non dovesse essere, se il nostro sguardo dovesse rimanere ancora distratto, probabilmente avremmo perso l’ultima – preziosissima – occasione.
Melissa Mongiardo