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Michelini: “Pronto ad affrontare il nodo Serra”

Il sindaco incontra la delegazione democrat, che si però si presenta senza il capogruppo

Il capogruppo del Pd Francesco Serra col sindaco Leonardo Michelini

Il capogruppo del Pd Francesco Serra col sindaco Leonardo Michelini

La domenica viterbese (sportiva e politica) è lunga e articolata. E allora tocca al sindaco Leonardo Michelini fare il bilancio della doppia tornata di incontri. “Ho visto sabato – dice – la delegazione delle liste civiche e ieri quella del Pd, nella quale mancava il capogruppo, che in una telefonata precedente mi aveva preannunciato la sua assenza. Quindi, nessuna sorpresa o giallo. Mi sembra di poter cogliere un clima più sereno. La sintesi ovviamente spetta a me e la farò già a partire da oggi. Non so se si farà in tempo a riunire tutto il gruppo del Pd prima del Consiglio comunale di domani, ma a questo punto non mi sembra decisivo: l’importante è che io con ancora maggiore decisione eserciti il mio ruolo di terzietà”. La mancanza di Serra crea un evidente problema politico… “Non me lo nascondo e sono deciso ad affrontarlo con decisione, ma anche con totale condivisione. Il clima è decisamente più disteso, depurato dalle radicalizzazioni degli ultimi giorni che probabilmente sono state anche un po’ strumentalizzate. Da parte mia, ribadisco di essere pronto e disponibile a costruire insieme un rapporto più incisivo dal punto di vista amministrativo”. Teme imboscate in sede di approvazione di bilancio consuntivo? “Non mi sembra il caso di caricare di particolari significati un Consiglio che deve ratificare ciò che si è fatto nel corso di un anno intero. Un voto negativo non rientra nella logica: significherebbe contraddire tutti i sì precedenti”. E ai consiglieri che l’accusano di non ascoltare tutti? “La mia porta è sempre aperta e questo lo sanno tutti, perfettamente. L’ascolto e il dialogo sono continui e costanti”. La sintesi, sindaco? “Dico che è opportuno mantenere un atteggiamento razionale e che, al momento, mancano alcuni elementi per definire completamente le condizioni al contorno: il mio compito, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, sarà proprio quello di intervenire su queste criticità e risolverle. L’importante è che questa fase di verifica non si prolunghi oltre e che comunque sia un momento di crescita per una più incisiva ed efficace azione amministrativa”.

Ma è proprio vero che un comunicato al giorno toglie davvero il medico di torno? O piuttosto aggrava la malattia, ammesso che di questo si tratti realmente. A ravvivare la domenica pre-estiva ci pensa non solo Valentino Rossi con le sue pazzesche manovre sulla pista di Le Mans, ma soprattutto ci pensano loro, i consiglieri comunali di Oltre le mura Sergio Insogna e Francesco Moltoni, novelli dioscuri della politica viterbese. Per dire che? Innanzitutto che il sindaco non sa contare, che non è esattamente un complimento per chi comunque ha una laurea in ingegneria (mineraria) nel cassetto. E perché al primo cittadino mancherebbero elementari qualità aritmetiche? Perché sta trattando come figli e figliastri i consiglieri comunali: i figli sono i 13 che apertamente lo appoggiano (Pd fioroniano e 8 civici ortodossi), i figliastri sono 9 (i democrat renzian-panunziani e i 2 dioscuri, appunto). Non solo, ma tra i figliastri, ce ne sono proprio due più negletti degli altri, visto che l’ingegner Michelini riceve e parla con tutti i civici ma non con loro: sempre Insogna e Moltoni. I quali, nella loro elucubrazione festiva, si rifanno comunque alla richiesta presentata l’altro giorno al primo cittadino dai civici di rito strettamente micheliniano: un terzo assessore alle variegate liste non di partito.

Insogna e Michelini ai bei tempi

Insogna e Michelini ai bei tempi

E qui arriva la parte più succosa dell’esternazione moltonian – insognana. Il terzo in Giunta non può essere un esponente di Viva Viterbo (ha già il presidente del Consiglio comunale e un assessore esterno); niet anche per i “3 consiglieri che sono capogruppo di se stessi: dare un assessorato ad uno dei 3 sarebbe fare torto agli altri 2, tra l’altro uno è consigliere provinciale, uno è presidente di commissione e l’ultimo è delegato alla pace” (incarico quest’ultimo prestigiosissimo e decisivo negli spinosissimi equilibri internazionali attuali: ne tengano conto la Mogherini e il segretario generale dell’Onu). Ergo, “rimangono i 3 consiglieri (allineati  e coordinati – riformisti e moderati ) e i 2 consiglieri (non allineati ed ignorati dal sindaco)  di Oltre le Mura, che a questo punto è l’unico gruppo che può reclamare i 3 assessori, avendo peraltro i suoi componenti riconsegnato al sindaco le deleghe di loro competenza”. Il quadro è pressoché completo, manca solo la pennellata finale, cioè il nome, individuato da Insogna e Moltoni nel consigliere comunale “Paolo Simoni, il quale oltre ad essere un fedelissimo del sindaco, potrebbe essere quell’elemento che ricompatta il gruppo stesso”. E’ fatta, ci si può accoccolare davanti alla tv e godersi in santa pace la finale di tennis degli Internazionali di Roma.

Ultima considerazione: la delegazione ufficiale del Pd (senza Serra) ribadisce al sindaco la richiesta di abbassare il numero degli assessori (da 7 a 9) e chiede pure di eliminare gli esterni (al momento 3: Barelli, Delli Iaconi e Vannini, citati in rigoroso ordine alfabetico). La politica ha esaurito il suo compito, adesso è l’ora del posticipo calcistico serale.

 

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