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“Mercato del Sacrario, sì allo spostamento”

L'assessore Barelli conferma la volontà di intervenire: "Così com'è oggi, non va bene"

L'assessore allo Sviluppo economico Giacomo Barelli

L’assessore allo Sviluppo economico Giacomo Barelli

Sul mercato del sabato al Sacrario le riflessioni sono cominciate da tempo e le idee sono molto chiare. L’amministrazione comunale, al pari della stragrande maggioranza dei viterbesi, vuole mettere fine a quel suk (che piace a pochissimi  e che non serve a nessuno) attraverso un’azione mirata di riqualificazione. “L’obiettivo è quello – conferma l’assessore allo sviluppo economico, Giacomo Barelli – e si concretizzerà attraverso due direttrici: ridimensionamento e spostamento. Non abbiamo alcun intenzione di chiudere tout court quello che comunque  resta una tradizione cittadina, ma di operare in modo che si adegui ai tempi e ai ritmi della città”.

Il primo passaggio è comunque costituito dalla scadenza delle concessioni, cioè dicembre 2016. “Con i contratti in essere – aggiunge Barelli – è difficile intervenire. Si rischiano contenziosi, ricorsi, allungamenti dei tempi. E comunque i patti vanno rispettati. Nel frattempo stiamo valutando (e continueremo a farlo nei prossimi mesi) su come intervenire. Intanto, attraverso l’azione dell’assessore Luisa Ciambella, si sta pure verificando che gli operatori commerciali abbiano pagato correttamente quanto dovuto al Comune perché ci risulta che qualcuno non lo abbia fatto e non lo stia facendo. Ecco, gli accordi liberamente sottoscritti a suo tempo vanno rispettati da entrambe le parti”.

Una bancarella al mercato settimanale del Sacrario

Una bancarella al mercato settimanale del Sacrario

Vale la pena cominciare dallo spostamento. Due le ipotesi allo studio: via Marconi (qualora scenda il numero degli ambulanti coinvolti) o valle Faul, quando saranno terminati i lavori di qualificazione. Nessuna novità è invece prevista sulla cadenza (che resterà settimanale) e sul giorno (sempre il sabato mattina). Ancora Barelli: “Il vero problema è la riqualificazione del mercato, perché allo stato attuale non risponde alle esigenze dei cittadini. Mi pare che la qualità non sia elevata e mi pare pure che non ci siano collegamenti diretti con il territorio. In questa ottica, si parla di riqualificazione: individuare le categorie merceologiche che possono avere maggiore appeal presso i viterbesi e puntare su quelle. Oltre che naturalmente sulle tipicità e su quanto è legato alle nostre tradizioni”. La conseguenza di questo ragionamento è evidentemente una razionalizzazione delle concessioni e dei permessi agli ambulanti. In soldoni, inutile che sia esposto soltanto abbigliamento (peraltro di qualità tutt’altro che elevata e spesso rigorosamente made in China): meglio diversificare, ampliando le categorie merceologiche e puntando ad una maggiore qualità. Ne trarrebbero giovamento gli stessi espositori e per i cittadini ci sarebbe la possibilità di avere maggiore scelta, invece che accontentarsi solo di vestiti e o di scarpe. Dunque una selezione a monte e quindi un ridimensionamento numerico. Il che, come detto, permetterebbe di utilizzare via Marconi e di liberare il parcheggio del Sacrario.  Persino inutile aggiungere che proseguiranno e si intensificheranno i controlli e la lotta agli abusivi, che – come tutti hanno modo di costatare – continuano a popolare le zone più esterne dell’attuale mercato.

L’assessore Barelli amplia comunque il discorso agli altri due appuntamenti annuali (fiera dell’Annunziata e fiera di Santa Rosa) che di fatto paralizzano la città per un giorno intero. “Proprio l’ultima edizione del 25 marzo scorso – conclude – ha dimostrato, anche a causa della pioggia, che certe manifestazioni vanno ripensate. Mi rendo conto però che bisogna andarci con i piedi di piombo, visto che si tratta di tradizioni consolidate. Ascolteremo le categorie interessate, faremo tutte le valutazioni del caso e poi decideremo se, come e quando intervenire. Come pure stiamo ragionando sui mercatini natalizi che dovrebbero, a mio avviso, tenere maggiormente delle vocazioni naturali del nostro territorio”. Se sono rose…

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