Giulio Marini, serve il parere di un esperto di dimissioni.
“Esperto mi pare una parola grossa… E’ vero, una volta da sindaco mi sono dimesso”.
E allora?
“Sono previste dalle legge, si chiamano costruttive: si rimette il mandato e poi ci sono 20 giorni di tempo per cercare di risolvere i problemi”,
Non ha risposto, però.
“Sapete che cosa ho fatto in Consiglio comunale mentre Michelini annunciava la nuova Giunta?”.
Che ha fatto?
“Gli ho mimato un gesto per dirgli ‘ma che stai facendo?’ Diciamo che immaginavo che cosa poteva succedere”.
Un veggente, quasi.
“No, solo uno che sa come vanno queste cose”.
E come vanno queste faccende?
“Prima di fare annunci pubblici, bisogna avere in mano le carte. Cioè la firma dell’assessore che sancisce la nascita di un patto con il sindaco. Altrimenti…”.
Altrimenti?
“Accade quello a cui stiamo assistendo in queste ore. Non possono certo dirmi che non li avevo avvisati. E non è neppure la prima volta”.
Il competitor di Michelini che si mette a dare consigli…
“Allora qui bisogna fare un discorso serio: io sono stato sconfitto due anni perché i cittadini hanno fatto una scelta precisa. Ne prendo atto, ma sono e resto viterbese”.
Quindi?
“Quindi, mi interessa soprattutto il bene della mia città. Che non mi pare che in questi due anni sia stato particolarmente perseguito, visto che vivono di quello che noi avevamo fatto”.
Il solito discorso…
“Parlano i fatti. I cittadini nel 2013 scelsero il patto Zingaretti – Michelini: qualcuno mi sa dire che fine ha fatto?”.
Torniamo alla situazione attuale.
“Noi come Forza Italia siamo ininfluenti sulle soluzioni. Ci sono problemi? Li risolvano, se ne sono capaci”.
Auspica una caduta della Giunta?
“No, è giusto che vadano avanti. Nel bene e nel male. Ho anche rifiutato di firmare una mozione di sfiducia del Movimento Cinquestelle. Non mi interessa portare la città allo sfascio. Hanno un mandato di 5 anni: assolvano ai loro doveri. Sempre che ne abbiano i mezzi e la volontà”.
Altrimenti?
“Altrimenti si andrà a votare. Di una cosa però sono certo: con la politica dello sfascio non si va da nessuna parte. E comunque da noi non avranno stampelle di alcun genere”.
Visto che ci siamo, dia un altro consiglio al suo successore.
“L’altro giorno, un amico consigliere comunale mi ha fatto questo ragionamento: Michele non è né arrogante come Gabbianelli, né paraculo come te”.
Serve una traduzione.
“Il sindaco faccia il… Michelini. Viene da una scuola in cui non si mettevano mai gli altri nell’angolo. Io, di fronte alle difficoltà, ho sempre lasciato aperto una spiraglio, una via d’uscita. Gli aut aut in quella posizione non solo non servono, ma sono deleteri. Lui ha messo i cavalli davanti al carro e ha dato una frustata”.
Lezione di democristianeria.
“E’ la politica, bellezza, con i trabocchetti all’ordine del giorno”.
La sintesi, consigliere Marini?
“Rispetto delle scelte dei cittadini, esigenza di non lasciare la città allo sbando e posizione la più responsabile possibile. Nessun aiuto e nessuna spinta: stanno rotolando per conto loro”.
Come se ne esce?
“Due anni fa, i viterbesi scelsero il cambiamento. Oggi si stanno rendendo conto che in realtà hanno votato per il peggioramento. Se la maggioranza è in grado di andare avanti, ha il diritto e il dovere di farlo. Altrimenti, si chiude baracca e burattini e si va a casa. Noi, come tutti, siamo spettatori di questa sceneggiata. Buon week end”.