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La nuova Provincia tutela i lavoratori

L'incontro col sottosegretario Rughetti è servito per capire le prerogative dell'ente

Alessandro Mazzoli e Angelo Rughetti

Alessandro Mazzoli e Angelo Rughetti

La riforma degli enti locali è una sfida politica, culturale e di lavoro comune. Vogliamo accompagnare questo percorso con la consapevolezza che la riorganizzazione delle autonomie locali non era più rinviabile. Ma lo stesso percorso va governato, non subito. Al’iniziativa “Le nuove Province e la riforma degli enti locali”, organizzata dal Pd, il sottosegretario Angelo Rughetti ha detto: “In Italia ci sono 32mila centri di costo che dobbiamo tagliare, a cominciare da quelli di Roma. Ci sono enti che vanno chiusi perché sprecano soldi, altri che funzionano e sono utili. Dobbiamo avere la forza di distinguere. Non possiamo più permetterci 6mila Comuni sotto i 5mila abitanti che hanno le stesse regole di Roma. Questo sistema ha prodotto il più grosso debito pubblico del mondo. La legge Delrio serve a stabilir chi fa che cosa ed evitare sovrapposizioni. Ci sono funzioni fondamentali che le Province svolgono per conto delle Stato, che quindi garantisce loro risorse e personale. Saranno poi le Regioni a decidere quali delle restanti funzioni delegare alle Province, e nel caso dovranno trasferire loro le risorse”.

Sono due  i motivi che ci hanno spinto a organizzare questa iniziativa. La vittoria di Mauro Mazzola che ha ottenuto un largo consenso con circa il 70% delle preferenze, indicativo dell’esigenza di trovare un punto di riferimento certo in un momento difficile per il territorio. Un risultato che consente di ripartire in questa fase di riforma degli enti locali. Poi, è necessario recuperare un grave ritardo: la legge Delrio ha un anno. Chi ha guidato finora la Provincia avrebbe dovuto promuovere un percorso di avvicinamento alla fase di riforma, anziché fare propaganda. Insomma, serve fare chiarezza.

L'intervento di Mazzoli

L’intervento di Mazzoli

Serviva, dopo il tentativo di Monti, un’iniziativa legislativa di rango costituzionale accanto alla legge Delrio per la riorganizzazione del sistema degli enti locali e di tutta la pubblica amministrazione. La riforma costituzionale è in discussione, mentre sull’applicazione della legge Delrio siamo in ritardo. Ridisegnare il sistema della decisione pubblica e della rappresentanza istituzionale è il vero obiettivo della riforma: il problema non erano certo soltanto le Province. Lo scopo della riforma è rilanciare la funzione pubblica senza intaccare i diritti acquisiti né ridurre i servizi. Bisogna riorganizzare le strutture e tornare a rimettere risorse nel sistema delle autonomie locali. Quanto vissuto dagli enti locali negli ultimi anni non può essere protratto ulteriormente.

Il nuovo impianto della riforma punta su Regioni e Comuni, con le nuove Province che accrescono il ruolo dei Comuni. La nuova Provincia è di fatto la rappresentanza generale dei Comuni, che così sono spinti a fare rete e collaborare, nonché a sviluppare la collegialità nelle decisioni, tanto che l’assemblea dei sindaci ha un ruolo fondamentale nella nuova Provincia che è un ente di secondo livello. In questo modo, si genera un costante confronto che parte delle realtà locali e diventa decisione all’interno dell’assemblea, del consiglio e del presidente.

Nel quadro della legge, a livello locale ci siano margini d’azione per non mortificare il ruolo della nuova Provincia. Lo snodo decisivo e sarà il nuovo statuto che non sarà l’aggiustamento del vecchio. Si tratta di regolamenti molto diversi. Nello statuto ci sono margini di autonomia del territorio per individuare quelle competenze che meglio aderiscono alle realtà locali, senza penalizzare il ruolo della Provincia che diventerà un ente a servizio dei Comuni.

Le funzioni fondamentali che lo Stato attribuisce alle Province sono: pianificazione territoriale; tutela e valorizzazione ambientale; pianificazione del trasporto provinciale; programmazione della rete scolastica; raccolta ed elaborazione dati; assistenza agli enti; gestione edilizia scolastica; promozione delle pari opportunità e controllo eventi discriminatori sul lavoro.

La presenza di Rughetti consente di chiarire molti aspetti, soprattutto sul ruolo delle Regioni nell’entrata a regime della riforma Delrio. Serve uno spirito costruttivo in questa fase nel guardare avanti e non indietro per modernizzare il Paese: per consentire che la riforma Delrio possa avere compiutezza, è essenziale il protagonismo dei Comuni. La realizzazione delle Unioni dei Comuni è uno snodo essenziale per costruire l’area vasta e un’opportunità per realizzare anche il recupero di risorse importanti. Lo Stato deve rimettere risorse nelle autonomie locali ma l’unione dei Comuni è la direzione da imboccare: si tratta di un modo per recuperare risorse e rafforzare il territorio. Confrontandoci con la città metropolitana di Roma dobbiamo fare al meglio il nostro lavoro in tempi stretti, immaginando che l’area vasta vada oltre la provincia di Viterbo e trovando nella Regione un interlocutore per riequilibrare i territori.

 

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