Cosa può mai spingere una famiglia intera (tre generazioni) a salire su un aereo ed affrontare un volo lunghissimo, dalle lontane Americhe fin qua nella Tuscia? La ricerca delle origini, chiaramente. Il richiamo primordiale di conoscere a fondo se stessi. La voglia di comprendere le dinamiche arcaiche che hanno stimolato giocoforza i propri avi a trasferirsi fuori, in un nuovo continente. Al fine di sopravvivere. Di evolvere. Di permettersi una sincera continuità dinastica.
Con spirito pioniere e romantico, pochi giorni addietro, Jose Mezabarba ha indossato il solito berretto ed ha salutato il Brasile. Direzione Farnese. Un tuffo nel passato, il suo. Carico di valigie e di scartoffie scovate con spirito indagatore su internet. Nella cartellina gialla che conserva sottobraccio ecco i documenti relativi al bisnonno, Luigi. Farnesano di nascita, migrato a nord di Rio intorno alla metà del 1800. “Salutò i cari senza sapere con precisione dove stesse andando – dice Jose sorridendo – giunto nel pianeta verdeoro venne collocato in una casupola di campagna a raccogliere caffè. Non vide mai più i suoi compagni di sventura, zio Antonio compreso. C’era tanto da lavorare, e le distanze erano incredibili. Si persero per sempre. Ed eccoci ai giorni nostri. Voglio capire da dove è iniziato tutto”.
Con Jose c’è la moglie Eunice. Anch’essa di sangue mescolato. Metà dei suoi antenati infatti erano italiani, ma del nord. Questo loro cammino corona il sogno di un vita. Un modo perfetto di festeggiare i 50 anni di matrimonio. Ma non finisce qui. Perché la comitiva è composta anche dalle figlie: Solange e Adriana (che poi è quella che ha organizzato il pacchetto). Quest’ultima a sua volta si è tirata dietro il marito Luis Clàudio e l’erede Guilherme. Un concentrato di energia.
Un biondino senza paura che gironzola per il viterbese con la beata innocenza di chi non sa dove sta, ma ci sta comunque alla grande.
“Abbiamo visto la chiesa dove venne battezzato Luigi – ora parla Adriana – Abbiamo inoltre ritrovato i presunti parenti. Per noi lo sono, sia chiaro. Ma che poi ci sia un legame effettivo è tutto da scoprire. La memoria di Jose arriva fino ad un certo punto… E poco importa. Perché la famiglia di Franco ci ha fatto sentire a casa. È stato stupendo, incredibile. Vederlo parlare con Jose in una lingua coniata al momento non ha prezzo”.
Ed eccoli, i Mezabarba (che si sono persi una “z” per strada). Brasiliani-farnesani partiti da Rio. Sbarcati a Roma. Giunti e Farnese. Ed ora di nuovo in sella per visitare Assisi e Firenze. Torneranno, han giurato. “Ho 74 anni – chiude Jose – Spero di non farne passare altrettanti prima di rivedervi. A proposito, quanto costa una casetta da queste parti? Mica sarebbe una cattiva idea…”.