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Giorni Anomali, è tanto rock ‘n’ roll

Sabato al Subway la data zero della band di culto viterbese

Foto fresca e locale dei Giorni anomali

Foto fresca e locale dei Giorni anomali

Nessuno è profeta in patria, si dice. Tranne i Giorni anomali, però. Che rappresentano la più classica delle eccezioni capace di confermare la regola. La band pop rock viterbese è infatti pronta a presentare ai propri fan (e soprattutto alle fan) le sue ultime due fatiche, che anticipano l’album novello. Questo sabato (intorno alle 22),  dentro alla locale discoteca Subway, ecco il ritorno sul palco del girovago quintetto musicale, uno dei più noti della Tuscia. Un anno dopo l’ultimo live. Per quanto riguarda invece il precedente disco, “Va tutto bene”, tocca risalire al dicembre 2012. Viterbopost si è fatto una chiacchierata col frontman, Federico Meli. Per onor di cronaca, il gruppo è composto anche da Riccardo Aquilanti (chitarra), Alessio Forlani (altra chitarra), Stefano Capocecera (basso), Federico Maragoni (batteria).
Meli, ci risiamo.
“Belli carichi”.

I Giorni Anomali al completo

I Giorni Anomali al completo

Che serata sarà quella del Subway?
“Vogliamo testare come vanno ‘Io non la voglio una vita normale‘ e ‘Al popolo dei Giorni anomali‘ dal vivo”.
Una sorta di data zero?
“Una piccola apertura in vista dell’album”.
Che uscirà?
“A fine estate”.
Dopo Santa Rosa, direbbero per prassi a Viterbo.
“Esatto”.
Il titolo?
“Ancora top secret… (sul sito internet si legge ‘Quello che non si impara a scuola’, ndr)”.
E c’è curiosità intorno al progetto?
“Stiamo passando anche su Virgin radio”.
Buono.
“Oltretutto il direttore della radio, Marco Biondi, chiuderà l’evento con un dj set”.
Dove avete registrato stavolta?
“A Roma, Alternative factory. Siamo entrati nella loro scuderia”.
E ci saranno guest, ospiti?
“No. Solo il produttore Vincenzo Mario Cristi. Nelle vesti anche di seconda voce”.
Mica male.
“Una garanzia. Stiamo parlando di uno dei Vanilla Sky”.
Che opera avete messo su?
“Più moderna”.
Ossia?
“Sempre rock. Ma in veste diversa”.
Sintetizziamo.
“Tanta chitarra, meno tastiere”.
Perfetto. Ve lo siete posti un obiettivo?
“Si campa alla giornata. Cercando di prenderci l’Italia”.
A proposito: quant’è difficile emergere nel 2015?
“Difficilissimo. Si lavora di anima e core“.

Il frontman Federico Meli

Il frontman Federico Meli

Riassumiamo i brani in un messaggio.
“Il solito. Canalizzare sconfitte e senso di inadeguatezza verso grandi cose”.
Dopo l’esordio casalingo, prossime date?
“Venti giugno allo stadio di Lucca”.
Poi?
“Il giorno dopo Ascoli a ora di pranzo, la sera Bergamo”.
Di passione in passione. Calcio: questa Viterbese?
“Ma quella è una mia passione privata”.
Suvvia.
“Aspettiamo domenica, questi playoff sono uno strazio”.
Un giudizio all’annata?
“Si poteva fare di meglio, considerando il valore del gruppo”.
Tutto qua?
“No, essere dove siamo è comunque un gran traguardo”.
E un voto ai tifosi?
“Quali?”.
Tutti, logico.
“Lasciamo stare i numeri. Diciamo solo che noi Questione di stile (gli organizzati, ndr) ci siamo sempre e ovunque”.
Il resto del mondo?
“Latita. Come del resto da una vita”.
Come fanno le rockstar collaudate: c’è qualcuno che vuole salutare?
“Il popolo dei Giorni anomali, sennò chi altri?”

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